Corteo con più di 80 imbarcazioni per rilanciare la città di Venezia, non solo come museo a cielo aperto.
Più di 80 imbarcazioni fra rimorchiatori, chiatte, barche da ormeggio e da lavoro hanno solcato stamani le acque di Venezia azionando le sirene, nella manifestazione che ha segnato la formazione di un “fronte” fra istituzioni, rappresentanze imprenditoriali nazionali e locali e il mondo del lavoro, per la difesa del Porto.
Titolo della giornata è “E se rovesciamo Venezia?”, ovvero rigetto della monocultura dominante di turismo e città museale, modello messo in crisi prima dall’acqua alta, quindi dalla scomparsa del turismo asiatico a causa del Coronavirus.
Nata su iniziativa dell’Associazione Agenti Marittimi, guidata da Alessandro Santi, e della Federazione Nazionale Federagenti, presieduta da Gian Enzo Duci, la manifestazione è culminata con la firma di un “Manifesto per il rilancio della città-porto” sottoscritto, primo fra tutti, dal sindaco Luigi Brugnaro.
Il manifesto accusa tutti quelli che hanno “rallentato e non mantenuto le promesse”, in particolare per quanto riguarda i dragaggi ovvero l’escavo manutentivo dei canali che dovrebbero garantire l’accesso delle navi e che invece stanno scandendo i tempi di una “morte di Venezia”.