La Regione Valle d’Aosta ha recepito la normativa statale che innalza a 67 anni l’età pensionabile per i dipendenti del comparto unico, allineandosi così al resto d’Italia. La decisione, inserita in un disegno di legge sul personale regionale, ha generato forti reazioni da parte di sindacati e opposizione.
La norma prevede che, a partire dal 1° gennaio 2025, i dipendenti pubblici potranno andare in pensione solo al compimento dei 67 anni, eliminando la possibilità di pensionamento anticipato con soli requisiti di anzianità contributiva.
I sindacati Uil Fpl, Conapo e Savt Fp criticano la scelta, evidenziando le possibili penalizzazioni economiche per chi opterà per il pensionamento anticipato. L’opposizione, con Vda Aperta, Lega Vda e Forza Italia, contesta il metodo adottato dal governo regionale e mette in dubbio la possibilità di derogare alla normativa nazionale.
Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, difende la decisione, sottolineando la necessità di uniformarsi alla legge statale per evitare contenziosi e maggiori oneri per gli enti pubblici. L’Assessore Luciano Caveri ribadisce l’assenza di competenze regionali in materia previdenziale e il rischio di contestazioni da parte della Corte dei Conti.