Aosta – “Fratelli coltelli” in casa della sinistra valdostana. A pochi mesi dalle elezioni regionali, si consuma la rottura del Progetto civico progressista (Pcp), lasciando interrogativi sul futuro della coalizione e sulle strategie dei singoli partiti.
Era il 2020 quando Rete civica, Partito Democratico ed Europa Verde si unirono nel Pcp, ottenendo un risultato storico: sette consiglieri regionali, un exploit paragonabile all’Union valdôtaine pre-réunie. Tuttavia, l’idillio durò poco. Già nel maggio 2021 si registrarono le prime tensioni, culminate, in ottobre, con l’uscita dalla maggioranza delle consigliere Chiara Minelli ed Erika Guichardaz, che mantennero la denominazione Pcp. I restanti cinque consiglieri, tra cui esponenti del PD, formarono il gruppo Federalisti progressisti – Partito Democratico, invitando le ex colleghe a non utilizzare più il simbolo e il nome del Progetto civico progressista. Il Partito Democratico inviò anche una diffida formale.
Con le elezioni regionali alle porte, resta da capire se le forze della sinistra valdostana riusciranno a superare le divisioni e a trovare un nuovo accordo, o se si profila un “chacun pour soi” con esiti incerti.