Chiesto l’ergastolo davanti alla corte di assise di Firenze per Bernardino Lai, 75 anni, imputato dell’omicidio di Fulvio Dolfi, 62 anni, il vicino di casa (abitava al piano di sopra) trovato ucciso con 22 coltellate il 16 luglio 2020 nella sua abitazione di Firenze, via Rocca Tedalda, zona sud della città. Il pm Fabio Di Vizio ha ribadito le accuse di omicidio commesso con l’aggravante della crudeltà per le sevizie inferte alla vittima, fattispecie tali da configurare la richiesta del massimo della pena.
Tra i punti di forza ribaditi nella requisitoria del pubblico ministero, il ritrovamento di tracce di sangue riconducibili a Lai nell’appartamento di Dolfi, circostanza che l’imputato ha spiegato con ferite procuratesi in un incidente domestico e ammettendo poi di essere andato la mattina nella casa del vicino, ma negando di essere lui l’assassino. Il processo era stato istruito con giudizio immediato per l’evidenza delle prove. La difesa, avvocato Letizia Franceschi, ha evidenziato lacune nella parte accusatoria. “La colpevolezza del mio assistito non è stata provata nel processo – ha spiegato l’avvocato Franceschi -. Non venne ritrovata l’arma del delitto, manca il movente per l’omicidio, non è stata definita l’ora del decesso o dell’aggressione mortale se non su un ampio arco temporale che va dalle 14 circa della domenica alle 12 del lunedì successivo”. La difesa ha chiesto l’assoluzione per Lai “se non si ha l’assoluta certezza che sia stato lui l’omicida e permanga anche un solo dubbio ragionevole che l’imputato sia innocente”. Nell’abitazione della vittima furono trovati segni di lotta, gli arredi rovesciati e danneggiati nelle stanze: Dolfi tentò di difendersi e reagì a chi poi lo uccise con efferatezza. Nella prima fase delle indagini fu ipotizzato perfino che avessero agito più persone. Il cadavere fu ritrovato il 16 luglio, dopo molto tempo dall’uccisione, quando i cani di un’altra vicina abbaiavano alla porta di Dolfi e gli inquilini si decisero a far intervenire le autorità per fare una verifica.
Prossima udienza il 13 luglio, con repliche delle parti, poi camera di consiglio della corte di assise, presidente Raffaele D’Isa, per la sentenza.