L’ipotesi che il sito di Termini Imerese diventi un centro di produzione di autoveicoli militari nell’ambito del riarmo europeo sta generando un acceso dibattito politico in Sicilia.
I parlamentari del M5S Luigi Sunseri (Ars) e Ketty Damante (Senato) esprimono forte contrarietà all’idea che i fondi strutturali europei, destinati allo sviluppo economico e sociale della regione, vengano dirottati verso spese militari. Sunseri e Damante hanno dichiarato: “È inaccettabile che queste risorse, pensate per migliorare la qualità della vita dei cittadini siciliani, possano essere dirottate verso spese militari o progetti non direttamente connessi alla crescita del territorio”. Questa dichiarazione è avvenuta all’indomani dell’incontro sui fondi di coesione che si è svolto giovedì scorso a Villa Igiea, dove si è discusso dell’impiego di risorse per criticità come emergenza idrica, dissesto idrogeologico ed energia.
Di parere opposto Nino Minardo, presidente della commissione Difesa della Camera dei Deputati, il quale sottolinea l’importanza di creare un ecosistema favorevole alle industrie della Difesa in Sicilia. Minardo ha affermato: “Serve uno sforzo per creare le condizioni per un possibile sviluppo in Sicilia di un ecosistema adatto alle industrie della Difesa”. Aggiunge, inoltre, che “non si tratta banalmente di produrre armi in Sicilia ma di creare le condizioni adatte per consentire alle industrie di questo comparto di investire in Sicilia al fine di incidere sul territorio con ricadute occupazionali e la promozione dell’innovazione tecnologica e le relazioni con il mondo dell’università e della ricerca”. Minardo ha anche ricordato che importanti aziende del settore, come Leonardo e Fincantieri, sono già operative in Sicilia, ma è necessario sviluppare una strategia per espandere ulteriormente il settore, con particolare attenzione alla cybersicurezza e alla cyberdefence.