La storia del Teatro comunale dell’Aquila si estende dalla sua costruzione, avvenuta nel 1857, fino ai danni subiti durante il sisma del 2009, fino al suo atteso ritorno in occasione di L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026.
Edificato su progetto di Luigi Catalani, il Teatro comunale rappresenta un autentico gioiello neoclassico. È situato nella piazza del Teatro, un’area che in origine ospitava il monumento a Teofilo Patini, imponente statua in bronzo realizzata nel 1925 da Sebastiano Tarquini, allievo del Patini, ma rimossa durante l’epoca fascista e fusa nel 1940. Questo teatro non è stato il primo pubblico della città, bensì il terzo, dopo la Sala Olimpica e il Teatro San Salvatore. Quest’ultimo, attivo da secoli all’interno dell’ospedale fondato da San Giovanni da Capestrano, risultava ormai inadeguato alle esigenze di capienza, mentre la Sala Olimpica, ricavata da un ex convento agostiniano, era destinata a essere demolita per permettere la costruzione del Palazzo della Prefettura.
Il 28 ottobre 1854, si procedette all’esproprio del terreno agricolo situato tra la Basilica di San Bernardino e l’ex Chiesa di Santa Maria d’Intervera. Tuttavia, i lavori di costruzione iniziarono soltanto nel 1857, subendo ritardi a causa delle guerre risorgimentali e della prematura scomparsa dell’architetto Catalani nel 1867, che fu sostituito dall’ingegnere milanese Achille Marchi. Inizialmente, il teatro doveva essere intitolato “San Ferdinando” in onore di Ferdinando II delle Due Sicilie, ma successivamente cambiò nome in “Teatro Vittorio Emanuele” in onore del nuovo Regno d’Italia e del suo primo Re. Il Teatro comunale fu completato nel 1872 e inaugurato il 14 maggio 1873 con l’opera “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi, e oggi porta il nome del noto basso aquilano Nazzareno De Angelis.
Caratterizzato da uno stile neoclassico, il teatro ha subito rimaneggiamenti negli anni ’30 e ‘50. La facciata presenta un doppio ordine con cinque aperture, ornate da colonne e coronate da un frontone triangolare. All’interno, il foyer, conosciuto come Sala Rossa, è affrescato e dotato di un imponente scalone in marmo. La sala principale è concepita a ferro di cavallo con un palcoscenico di circa 150 m², 57 palchi distribuiti su tre ordini e un loggione, per una capacità di circa 600 spettatori. Il teatro conserva, inoltre, il sipario originale di circa 100 m², dipinto nella prima metà del XIX secolo da Franz Hill per la Sala Olimpica, raffigurante un episodio del Libro VII dell’Eneide, che narra le gesta dei guerrieri amiternini in battaglia.