Roma – In queste ore una domanda è diventata molto popolare sui social come Facebook e Twitter: quanto è costato il riscatto di Silvia Romano?
Silvia Romano, la volontaria rapita il 20 novembre del 2018 è stata liberata; sta bene e nell’ultimo periodo è stata detenuta in un grande centro abitato della Somalia, 1.300 chilometri più lontano da dove era stata rapita.
Tuttavia, leggendo alcuni commenti sui social network notiamo che non tutti sono entusiasti per la liberazione di Silvia Romano: il motivo di sdegno è il fatto che molto probabilmente l’Italia ha dovuto pagare un riscatto per riportare a casa la giovane volontaria.
Una decisione che per molti è stata inappropriata vista l’attuale situazione di emergenza economica in cui si trova l’Italia; a questi rispondo che probabilmente la crisi economica non è l’unico problema che il nostro Paese si trova ad affrontare.
Fermo restando che ancora non ci sono conferme ufficiali riguardo a quanto è costato il riscatto di Silvia Romano, ci chiediamo come sia possibile attaccare la liberazione di una connazionale la cui colpa è stata quella di dedicare la sua giovane vita ai più deboli.
Silvia Romano: quanto ci è costato il riscatto? – 4 milioni di riscatto e 600 mila euro il viaggio di ritorno sul Jet Falco900
Silvia Romano è libera in Italia. Anche fisicamente è in buone condizioni, convertita all’islam e decisa di ripartire. Ma d’altronde era interesse dei rapitori fare in modo che Silvia Romano stesse bene visto che il loro unico obiettivo era quello di guadagnare il più possibile dalla sua liberazione.
Il suo sequestro, infatti, fin dall’inizio è stato a scopo di estorsione ed è per questo che l’Italia per liberarla non aveva altre scelte.
Un riscatto, quindi, stato pagato, come sostenuto dalla maggior parte della stampa nazionale, ma le cifre non ancora pubbliche, che suscitano indignazione e critiche nei confronti dei nostri governanti.
Gli italiani non sanno come ripartire, sono in ginocchio, ingabbiati nella morsa della burocrazia, con il fisco e le tasse che tra pochi mesi attaccherà alle veni giugulari ogni imprenditore, e i nostri politici non contenti di aver dilapidato 4 milioni di euro dalle casse dello Stato, utilizzano il jetfalco 900 per andare a riprendere Simona Romano: non era abbastanza, l’atto plateale del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il Premier Giuseppe Conte fa come sempre discutere ed imbestialire gli italiani.
Nella stessa zone qualche anno fa gli inglesi furono costretti a pagare un riscatto di oltre un milione di euro, ma secondo le prime indiscrezioni sembra che per Silvia Romano la cifra sia stata più alta visto che in questo anno è mezzo la giovane volontaria è stata trasferita da almeno tre covi ed è passato per mano di diversi sequestratori.
A tal proposito, secondo fonti del Giornale, per il riscatto di Silvia Romano c’è stato un esborso di 4 milioni di euro; cifra non ancora confermata, ma che è bastata per suscitare diverse polemiche sui social network da parte di coloro che avrebbero preferito che lo Stato italiano lasciasse sola al proprio destino una giovane connazionale di 25 anni.
Come prima cosa mi interessa sottolineare che in questo caso la politica non c’entra. Non sto qui per difendere chi attualmente è al Governo, anche perché sono certo che qualsiasi amministrazione, indipendentemente dal colore politico, avrebbe fatto il possibile per riportare a casa Silvia Romano.
Ci fa specie però di come molti italiani questo non lo abbiano capito, lamentando il fatto che il Governo abbia deciso di pagare un riscatto per la liberazione. “Quanto ci è costato il riscatto?”, si chiedono molti di coloro che alla notizia del rilascio di Silvia Romano hanno deciso di andare controcorrente, lamentando la “generosità” dello Stato italiano nei confronti dei sequestratori.
C’è chi ritiene che in questo periodo lo Stato poteva spendere meglio quanto utilizzato per il costo del riscatto, ad esempio aiutando le imprese in difficoltà economica. La colpa di Silvia Romano per aver meritato così tanto sdegno? Aver deciso di dedicare la vita ai più deboli, visto che – le suggeriscono sui social – “basta non fare volontariato per evitare rapimenti”.
Ecco alcune considerazioni del “popolo” di Facebook pubblicate in queste ore; personalmente ritengo non ci siano da aggiungere ulteriori commenti, se non che mi unisco nell’abbraccio di tutta Italia (o quasi) alla famiglia. Perché è proprio in momenti come questo che abbiamo bisogno di belle notizie come questa.