SABAUDIA – Una confessione e un’indagine dettagliata svelano un presunto sistema illecito dietro gli incendi boschivi: “Mi pagava 20 euro per ogni rogo appiccato”. Questa la dichiarazione chiave di un uomo che accusa Enzo Cestra, 70 anni, presidente del gruppo di Protezione Civile Anc di Sabaudia, di averlo pagato per innescare incendi. Cestra è ora agli arresti domiciliari con l’accusa di incendio boschivo aggravato e truffa aggravata.
L’inchiesta, condotta dai Carabinieri del Nipaaf, ha portato alla luce dettagli inquietanti. Secondo l’ordinanza del Tribunale di Latina, Cestra avrebbe ordinato telefonicamente di appiccare il fuoco poco prima che le fiamme divampassero in due aree boschive di pregio vicino al Lago di Paola. L’esecutore materiale, un 41enne, è stato ripreso dalle telecamere mentre si aggirava in bicicletta nei pressi dei luoghi degli incendi.
Interrogato, il 41enne ha confessato di aver agito su ordine di Cestra, che lo pagava 20 euro a incendio. Il movente, secondo gli inquirenti, sarebbe legato all’ottenimento di fondi regionali per l’Anc di Sabaudia, attiva proprio nel contrasto agli incendi. Tra il 2021 e il 2024, l’associazione avrebbe ricevuto oltre 32.000 euro di fondi pubblici.
Cestra avrebbe anche tentato di ostacolare le indagini, cercando di manipolare prove e testimoni. Intercettato, ha espresso timore per le conseguenze legali e avrebbe cercato di scaricare la responsabilità sul complice.
L’ordinanza del giudice sottolinea la vulnerabilità del 41enne, in cura presso il Dipartimento di salute mentale. Tenendo conto della sua collaborazione e della sua condizione, il giudice ha disposto per lui una misura cautelare meno restrittiva, mentre per Cestra sono stati disposti gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
La vicenda getta un’ombra sulla Protezione Civile, sollevando dubbi sulla sua integrità e sulla sua capacità di tutelare l’ambiente. Il giudice ha definito la situazione “di estrema gravità”, sottolineando il rischio che Cestra possa reiterare i reati in futuro.