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Scambio culturale: perché gli studenti dovrebbero valutare un anno all’estero

In passato gli italiani sono stati etichettati da politici e giornalisti come “bamboccioni” o “mammoni” ma la verità è diversa. In realtà il numero di ragazzi pronti a mettersi in gioco è alto, solo che spesso non conoscono tutte le opzioni a disposizione.Una delle preferite? Sicuramente gli scambi culturali, una modalità riconosciuta dal MIUR per poter seguire un anno accademico all’estero, un semestre o un intero anno scolastico senza restare indietro. Infatti, sia gli studenti di licei che di università avranno modo di vivere in un collegio oppure in una famiglia ospitante e frequentare le lezioni per poi tornare con una tacca importante da inserire nel proprio CV. Non è un mistero, infatti, che gli HR guardino di buon occhio chi ha saputo staccarsi dalla famiglia concedendosi anche solo qualche mese lontani dalla propria comfort zone. Ma perché si dovrebbe valutare lo scambio culturale all’estero? Ecco alcune informazioni e skill che si possono conquistare.

Inglese migliorato

Studiare una lingua straniera tra i banchi di scuola è una cosa, ma immergersi completamente in un contesto dove è parlata quotidianamente è del tutto diverso. Partecipare a uno scambio culturale dona agli studenti la possibilità di perfezionare le proprie abilità in modo naturale e spesso più rapido e indelebile. Il contatto costante attraverso lezioni, conversazioni con i coetanei e la vita quotidiana, migliora concretamente le abilità dialogiche, di vocabolario e grammaticali aiutando persino a padroneggiare modi di dire e slang che risulteranno preziosissimi nel tempo e sul proprio CV.

Indipendenza rafforzata

Vivere all’estero, persino se in famiglia e per un tempo limitato, costringe ad uscire dalla comfort zone e a sviluppare una maggiore indipendenza. Affrontare difficoltà, gestire la propria quotidianità senza l’appoggio immediato della famiglia e adattarsi a un ambiente nuovo contribuiscono in modo significativo alla crescita personale. Non è un caso che secondo gli HR gli studenti che hanno frequentato almeno un semestre all’estero abbiano una migliore capacità di problem solving.

Open mind

Seppur viviamo in un mondo cosmopolita e senza frontiere non dobbiamo dimenticare quanto sia importante mettere da parte il pregiudizio e imparare a conoscere e comprendere le altre culture così da sviluppare uno spirito di inclusività totale. Gli studenti che partecipano a uno scambio culturale riescono a vedere il mondo attraverso una lente diversa e hanno maggiori possibilità di vivere al meglio in un contesto sempre più global.

Un plus per il futuro professionale: esperienze che contano

Un anno all’estero è un elemento che non passa inosservato agli occhi dei potenziali datori di lavoro. La capacità di adattamento, la conoscenza approfondita di una lingua straniera, e l’esperienza di vita in un contesto internazionale sono qualità molto apprezzate nel mondo del lavoro.
Sicuramente è bene pensare alla scelta del programma giusto, dopotutto esistono numerose organizzazioni che se ne occupano. Seguire quelle con una storicità importante, valutare i programmi più adatti a sé e leggere le recensioni è un ottimo modo per individuare l’opzione più adatta ma anche il prezzo non va sottovalutato. Insomma, uno scambio culturale è un’opportunità da cogliere al volo che aiuta sia nella crescita sia nel proprio futuro professionale.

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