Alla fine è stata la stessa Ama a pagare, letteralmente, per il caos rifiuti che ha flagellato nel giugno scorso la Capitale.
Uno scenario ai limiti dell’emergenza con cassonetti stracolmi e cataste di sacchetti di immondizia lasciati dai cittadini vicino a contenitori ormai saturi, direttamente in strada o sui marciapiedi che ha fatto scattare un’indagine dei carabinieri del Noe sfociata nella denuncia di due dirigenti dell’azienda capitolina, per i disservizi, accertati, nella raccolta dell’immondizia.
L’azienda, però, pagando oggi un’ammenda di 6.500 euro, ha sanato la loro posizione, estinguendo di fatto il reato contestato.
L’indagine dei militari del Nucleo Operativo Ecologico era scattata dopo una serie di esposti dei cittadini che lamentavano i cassonetti stracolmi.
I due dirigenti, Massimo Bagatti, già amministratore unico pro-tempore e attualmente direttore tecnico di Ama, e Massimo Ranieri, ex consigliere di amministrazione della municipalizzata capitolina, sono stati denunciati dai carabinieri del Noe e poi indagati dalla procura per un reato ben preciso, previsto dal Testo Unico Ambientale, quello di “stoccaggio non autorizzato di rifiuti, all’interno e in prossimità dei cassonetti stradali” dovuto “all’inadeguata attività di raccolta ed avvio a recupero/smaltimento” dell’immondizia lì conferita dai cittadini.
In sostanza un disservizio che disattende quanto previsto dal nuovo “Contratto di Servizio tra Roma Capitale e Ama Spa” per gli anni 2019/2021.