Doccia scozzese per la produzione industriale in Italia. Dopo la crescita congiunturale del 7,1% in agosto e il calo del 5,1% in settembre, in ottobre si registra una crescita dell’1,3% che riporta l’indice a quota 101,1 cioè assai vicino ai livelli ante-crisi di febbraio (103,4). Oltre alla modesta differenza con febbraio resta da recuperare la voragine aperta dalla pandemia nel bilancio della produzione industriale tra marzo e luglio. E soprattutto, mentre il nostro sistema produttivo si lecca le ferite prodotte dalla pandemia, resta da recuperare il crollo dovuto alla crisi precedente, cioè alla crisi del 2008 innescata dal fallimento di Lehman Brothers. Prima della pandemia, cioè a fine 2019, il calo dell’indice rispetto ad aprile 2008 era del 23,1%.
“Per usare una metafora automobilistica – ha commentato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – prima della pandemia la produzione industriale italiana viaggiava a tre cilindri, la pandemia ne ha ulteriormente rallentato la marcia ed ora l’obiettivo che si pone per l’Italia non è solo quello di ritornare ai livelli ante-pandemia, ma anche e soprattutto quello di utilizzare il recovery fund per recuperare almeno gran parte del crollo iniziato nel 2008”.