Beni per oltre 30 milioni di euro sono stati confiscati dalla Guardia di Finanza di Catanzaro ad Antonio Saraco, di Badolato, coinvolto nell’operazione “Itaca-Freeboat”, culminata nel 2013 con l’arresto di 25 soggetti, ritenuti affiliati alla cosca Gallace/Gallelli, operante nel Basso Ionio catanzarese. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda, ha confermato un precedente sequestro nei confronti di Saraco, risultato coinvolto in due episodi di estorsione nella vicenda relativa alla gestione del porto di Badolato, realizzata dalla Salteg, riconducibile a imprenditori modenesi, per i quali è già intervenuta sentenza di condanna in primo e in grado di appello.
Nell’ambito di quel procedimento, a seguito delle investigazioni svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, dirette e coordinate dalla Dda, parte dei beni riconducibili a Saraco erano stati sottoposti a sequestro nel novembre del 2016, poi culminato nella confisca oggetto di sentenza di primo grado del Tribunale di Catanzaro, confermata in Appello. La vicenda processuale, in riferimento ad un successivo dissequestro è stata oggetto di procedimento a Salerno scaturito dall’operazione Genesi e conclusosi, in primo grado, con una condanna.
Le ulteriori investigazioni patrimoniali hanno avuto seguito con una ipotesi di intestazione fittizia di beni avente ad oggetto una società e il relativo complesso aziendale, tra cui un conto corrente bancario, oggetto di sequestro preventivo. Indagini che hanno consentito di ricostruire un complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e all’attività economica svolta. Tra i beni confiscati ci sono il complesso alberghiero “Aquilia Resort” a Badolato (60 mila metri quadrati, albergo, due piscine, ristorante e campo sportivo), la società IT Consulting s.r.l.;una villa a Roma, società rmane tra le quali una che gestisce villaggio “Le Rosette Resort” a Parghelia, 8 magazzini, 3 locali commerciali, 28 appartamenti, 2 fabbricati, 16 terreni 2 autovetture, una moto, quote di due società con sede una a Cosenza e l’altra a Catanzaro e diversi rapporti bancari e finanziari. (ANSA) – CATANZARO, 10 GIU – “Il 21 dicembre 2020 il Tribunale della Libertà di Catanzaro dopo due anni dall’appello proposto dal sottoscritto e dai miei familiari aveva ordinato la confisca di tutti i nostri beni. Avverso tale procedimento, per il tramite del prof. avv. Giuseppe Della Monica, del foro di Salerno, abbiamo interposto, ricorso per Cassazione, evidenziando le ragioni che legittimano la restituzione dei beni a nostro favore. L’avvocato Francesco Saraco a nome della sua famiglia ha inviato una nota in cui su precisa che “la Corte di Cassazione Sez.II, con sentenza del 28 Aprile 2021, ha annullato, l’ordinanza del Tribunale della Libertà di Catanzaro così ritenendo la fondatezza e legittimità di un nostro diritto alla restituzione dei beni e ciò sebbene nel frattempo fosse intervenuto un provvedimento di confisca”. “Nello specifico, a seguito della pronuncia dell’ordinanza con cui la Corte di Appello di Catanzaro in data 1 agosto 2018 – prosegue Saraco – aveva disposto la restituzione dei beni riconducibili a me ed ai miei familiari, la Procura generale della Corte di appello di Catanzaro aveva interposto ricorso davanti il Tribunale della Libertà di Catanzaro chiedendo l’annullamento dell’ordinanza di restituzione dei beni.