Il tragico trascorso da bambino durante la guerra: (“Avevo 7-8 anni, ci trasferimmo in hotel a Zara con la mia famiglia, c’erano molti coetanei: giocavamo a pallone o nascondino, finché non si sentivano le sirene con le bombe. In quel momento dovevi correre nel rifugio”), il sogno di giocare in Serie A, il presente e le vittorie al Real, il Pallone d’Oro. Luka Modric si racconta alla Gazzetta dello Sport e lo fa tracciando un percorso con tanti legami con l’Italia. Come quello con il Milan: “Boban per me è un idolo e mio padre, quando ero piccolo, mi comprò una tuta rossonera. Mi immaginavo calciatore del Milan ma è andata diversamente. In Italia si è parlato di una mia firma con Milan o Inter? Se a Madrid le cose non fossero andate bene, mi sarei certamente visto in Serie A. La mia priorità però è sempre stata il Real”. Lo sguardo al calcio italiano è sempre presente nella quotidianità di Modric: “Oggi guardo la A e mi spiace per il Milan, il vero Milan manca all’Italia e all’Europa. Ho un gruppo whatsapp con Brozovic e Badelj, c’è anche Pasalic che finalmente ha trovato il club giusto”.
“Zaniolo talento puro, il futuro è di Mbappé”
Oggi Modric si definisce “una persona normale, che ama umiltà e modestia”, ma quando perde in allenamento sono guai: “I compagni di squadra mi chiamano vinagre, aceto, perché me la prendo”. L’Italia resta un riferimento, anche quando si tratta di individuare i talenti da seguire. “Mi sono sempre piaciuti i giocatori di classe come Totti, Del Piero, Pirlo”. Fino a Zaniolo: “Un talento puro. Anche Sensi è molto interessante, poi mi piacciono Insigne, il Papu Gomez, Ribery e Bennacer”. Per il centrocampista croato si va verso “un calcio fatto di velocità: di corsa, pensiero, decisione. Mbappè ha tutto per dominare la scena, il futuro è suo. Per fare il salto di qualità credo abbia bisogno di andare in un campionato dove la sua squadra non vinca così facilmente. Vedo grande potenziale anche in Vinicius, poi mi piacciono tanto De Bruyne e Sterling”. Pochi dubbi anche sul futuro personale: “Posso giocare ad alto livello ancora per due anni. Vorrei finire la carriera al Real ma dipenderà anche dalla società. Di certo farò il corso da allenatore. Io ct della Croazia tra 10 anni? La nazionale per noi è un sentimento al di sopra del calcio”.
“Cristiano Ronaldo persona da 10 e lode”
Nella sua autobiografia dal titolo A modo mio Modric spende nei confronti di Cristiano Ronaldo, ex compagno di squadra al Real, un appunto per non essersi presentato alla cerimonia del The Best Fifa Awards 2018, ma per il portoghese non mancano tanti complimenti: “Ronaldo è tra i più grandi di sempre, al Real ci è mancato per gol e carattere: Cristiano vuole sempre vincere, ci motivava e ci faceva reagire. Come persona è da 10 e lode, ha un cuore grande”. Oggi CR7 veste la maglia della Juve, club che a Modric ricorda il rigore del Bernabeu nell’aprile 2018, che permise al Real di passare in semifinale di Champions League: “Nel mio libro ho solo detto che per me il rigore c’era – puntualizza Modric – Lucas Vazquez è stato spinto, simulare non avrebbe avuto senso. Poi capisco chi protesta, ma non dovrebbero esserci differenze tra un rigore al 30′ e uno al 95′. A Buffon auguro tutto il bene: è un grande”. E a proposito di Champions, il centrocampista del Real gioca in anticipo la coppa che ripartirà ad agosto: “Vedo bene il Psg, poi Barcellona e Bayern Monaco. Occhio all’Atletico Madrid e a chi passa tra noi e il City. In Serie A la Juve è favorita, anche se per la competizione sarebbe bene che vincesse la Lazio o l’Inter”.