“Il pubblico ministero e il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna hanno convenuto di archiviare l’accusa fatta nei nostri confronti ‘non emergendo elementi che consentano la sostenibilità dibattimentale dell’accusa’”.
Il giudice non ha ravvisato gli estremi per procedere “nei confronti di chi agisce solidalmente con i migranti”.
Da qui “lo spostamento del caso al tribunale di Bologna”, poiché la donna, “giudice onorario presso il Tribunale dei Minori di Trieste, rientra nei ranghi della magistratura per la quale è competente il tribunale bolognese”. Nel capoluogo dell’Emilia Romagna “il pm ha chiesto l’archiviazione che il Gip ha confermato”.
Da questa vicenda, conclude la nota, si rende “ancora una volta evidente il carattere politico delle denunce nei confronti degli attivisti solidali con i migranti: così è caduta la denuncia contro Mediterranea e prima ancora quella contro Carola Rackete. Crediamo che cadrà anche quella di Andrea Costa di Baobab di Roma. Diverso è caso di Mimmo Lucano perché gli inquirenti ritengono che si tratti di un esempio pericoloso in quanto avrebbe potuto diffondersi presso altri piccoli comuni spopolati come esempio di rinascita sociale”.