La vicenda del mercantile dirottato verso Malta con a bordo 108 migranti salvati in mare ha acceso nuovamente i riflettori sulle rotte che portano in Europa i flussi migratori.
Il dirottamento della nave è nato per un motivo solo: i migranti non volevano tornare in Libia perché “porto non sicuro” e dunque hanno chiesto, usando la violenza, di far rotta su Malta. Ma davvero le navi che salvano i migranti in mare non possono riportare queste persone sulle coste di partenza, ovvero quelle libiche? Per capire meglio la vicenda bisogna partire da un presupposto: la Libia con la sua Guardia Costiera può salvare i migranti in mare e dunque può riportarli a terra. Proprio per questo motivo Tripoli viene considerato un Paese affidabile. I migranti che vengono condotti nuovamente sulle coste libiche dopo essere stati intercettati in quel tratto di mare che divide l’Europa dal Nord Africa sono assistiti al momento dello sbarco dal personale dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
E su questo punto è intervenuta anche la Commissione Europea che ha chiarito alcuni punti fondamentali che possono chiudere il dibattito sull’opportunità di condurre i migranti in Libia. La Commissiuone Ue ha infatti ricodato, come riporta il Viminale, che la Libia ha ratificato la “Convenzione di Amburgo del 1979 e quindi rientra a pieno titolo nel piano globale SAR gestito dall’IMO (Organizzazione marittima internazionale)”. E in un documento ufficiale la stessa Commissione ha ricordato i successi della Guadia Costiera libica che solo nel 2018 ha salvato 15.358 persone che avevano tentato la traversata verso l’Europa. Proprio questi migranti salvati sono stati riportati in Libia. Di questi 15mila migranti salvti il 62 per cento è sbarcato nel porto di Tripoli. Il 19 per cfento invece è sbarcato a Homs e l’11 per cento a Al-Zawiya. Tutti punti di sbarco dove è presente il personale Oim. Considerando questi dati e queste indicazioni che arrivano da Bruxelles, il ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha aggiornato la Direttiva sulla sorveglianza delle frontiere marittime e per il contrasto dell’immigrazione illegale, ribadendo la piena legittimità degli interventi di soccorso dei libici. Insomma la Libia, anche secondo l’Ue, è un porto sicuro.