Sky, DAZN, Mediaset, Netflix e Infinity, a un prezzo stracciato, ma illegale. L’indagine della Gdf contro l’organizzazione clandestina, in Italia più di 5 milioni di utenti che rischiano grosso.
Una TV pirata, un servizio a pagamento che intercettava le immagini delle più grandi emittenti televisive a pagamento e le rivendeva a prezzi stracciati, una rete criminale clandestina mondiale e una maxi operazione della Guardia di Finanza che ha staccato la spina all’illecito traffico. L’operazione Black IPTV ha disattivato il più importante network internazionale di diffusione pirata di piattaforme televisive a pagamento.
I numeri dell’operazione sono da capogiro, come anche la portata dell’urto: 100 i militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, e dei reparti territoriali delle fiamme gialle che proprio in queste ore stanno eseguendo ordini di arresto; due i cittadini greci indicati come i responsabili, ideatori e gestori della piattaforma Xtream Codes, che si agganciava alle reti di Sky, DAZN, Mediaset, Netflix e Infinity per carpirne i programmi e rivenderli illegalmente; otto Ordini europei di indagine emessi dalla Procura di Napoli ed eseguiti simultaneamente, tramite l’Agenzia Europea per il coordinamento investigativo Eurojust, in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria dalle rispettive polizie giudiziarie e dai militari del Nucleo Speciale; tre aziende e cinque persone sotto indagine, oltre al sequestro e l’oscuramento della intera piattaforma Xtream Codes, comprensiva di 80 siti internet e 183 server dedicati alla riproduzione e diffusione dei flussi audiovisivi; più di 700.000 mila utenti online solo al momento del blitz.
Le indagini partono da Napoli, ma l’Italia conta anche molti utenti che se giudicati colpevoli rischiano fino a tre anni di carcere.
L’accusa contro i criminali è quella di Associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di IPTV (Internet Protocol Television) con la circostanza aggravata del reato transazionale, e le indagini sono condotte dal Procuratore della Repubblica di Napoli. Un merito per le nostre forze inquirenti, che tuttavia giocano in casa: la fitta rete commerciale dell’organizzazione criminale era estesa in tutta la penisola, con basi prevalentemente in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Dopo aver intercettato interi pacchetti delle emittenti private, Xtream Codes permetteva agli utenti di acquistarli a soli 12 euro, consentendo di avere in un unico abbonamento tutti i principali canali a pagamento. Si stimano 50 milioni utenti in tutto il mondo, solo in Italia ne sono stati individuati oltre 5 milioni, per un giro d’affari di circa 60 milioni di euro all’anno. I fruitori del servizio rischiano grosso, fino a 25.822 euro di multa e la reclusione da sei mesi a tre anni.
Secondo i militari, sarebbero circa 600mila le persone che hanno perso il posto di lavoro a causa delle crisi aziendali indotte dal sistema criminale che convertendo il segnale analogico della pay tv, lo trasforma illegalmente in segnale web-digitale, rendendolo accessibile a chiunque abbia una connessione internet e sia disposto a pagare la cifra irrisoria. Dopo due anni di indagini in cui gli inquirenti sono risaliti alle radici della rete criminale, la Gdf italiana e la Polizia greca hanno arrestato ieri in flagranza di reato, a Salonicco, l’inventore e gestore di Xtream Codes, Christos Papaoikonomu. È stato trovato in possesso di oltre 110.000 euro in contanti, criptovalute e diverse centrali. Una storia incredibile, forse cominciata per gioco in un garage di casa, e poi diventata un caso mondiale di furti e pirateria. Forse Netflix, calmatasi la marea, ci farà una serie TV.
Di A.C.