Nella zona universitaria di Perugia tre titolari di una copisteria sono stati denunciati per aver venduto versioni digitale di testi universitari protetti dal diritto d’autore.
Sette tra hard disk e pen drive custodivano un’intera biblioteca universitaria in formato digitale. Scaffali e scaffali di manuali universitari, tutti racchiusi in oggetti della grandezza di una fetta biscottata in formato digitale PDF pronti per essere stampati e venduti agli studenti alle prese con lo shopping universitario per eccellenza: i libri di testo. Tre titolari di una copisteria avrebbero stampato e venduto, secondo le accuse degli inquirenti, materiale protetto dal diritto d’autore, cedendolo agli studenti a un prezzo inferiore a quello reale, del formato cartaceo. È una pratica abbastanza diffusa – in gergo la pratica viene definita “reprografia” illecita – e ogni tanto qualcuno viene pizzicato.
I tre uomini che rifornivano gli studenti dell’ateneo perugino sono stati denunciati dalla guardia di finanza e, oltre a rischiare dai sei mesi ai tre anni di reclusione, potrebbero dover pagare una multa che nel migliore dei casi ammonterebbe a poco più di 2500 euro, ma nel peggiore sarebbe un’ammenda di oltre 15mila euro. Gli hard disk contenevano più di 11 milioni di volumi universitari scansionati e salvati in PDF, pronti per essere stampati appena, a inizio semestre, gli studenti venivano con la lista di libri per i corsi da seguire nei mesi successivi. A seguito del blitz della Guardia di Finanza di Perugia ai tre titolari sono state contestate sanzioni amministrative per oltre 2,3 milioni di euro prevista dalla legge sul Diritto d’autore.