Negli ultimi giorni è balzato all’attenzione delle cronache una strana relazione economica tra i nazionalisti italiani di Salvini e dei misteriosi soldi di origine russa.
Il personaggio più importante è senza dubbio Gianluca Savoini, il consigliere di Salvini, come viene definito dai media russi. Nonostante non ricopra un incarico ufficiale all’interno della Lega o nel governo, Savoini è sempre stato presente durante le visite ufficiali di Salvini a Mosca. Non solo, lui stesso si è recato diverse volte nella capitale russa,in Crimea e nel Donbass. È stato proprio Savoini ad aprire le trattative per ottenere i finanziamenti russi e a cementare l’alleanza tra la Lega e Russia Unita, il partito di Putin. Ma come ha fatto quest’uomo sconosciuto, almeno fino ad oggi, a portare a termine una transazione così complessa indisturbato? Occorre tornare indietro. Prima del personaggio c’è un indirizzo.
Novinsky Boulevard 31
Come scoperto dall’inchiesta di Stefano Virgine e Giovanni Tizian sull’Espresso, al 31 di Novinsky Boulevard, vicino alla Piazza Rossa, c’è un palazzo di vetro rosso. Al suo interno vi è un grande centro commerciale, mentre ai piani superiori ci sono gli uffici delle multinazionali più importanti al mondo. Parliamo di nomi come ExxonMobil, Repsol, Shell, Glencore, Samsung. Al quinto piano, invece, c’è un’azienda poco nota. Si tratta di Tsargrad, una delle tante società di proprietà dell’oligarca Kostantin Malofeev. È un’azienda editoriale con tanto di sito e tv che veicola messaggi religiosi in linea con le politiche del Cremlino. Nello stesso ufficio ci sono altre due imprese: la Marshall Capital e la Avangard oil & gas. La prima è il fondo d’investimento dell’oligarca. La seconda invece merita più attenzione. Non ha un sito internet e non ha una presentazione pubblica dei suoi asset e dei suoi proprietari. Proprio grazie a questa azienda dalla situazione poco chiara si può arrivare al collegamento tra Savoini, il messo di Matteo Salvini, e Alexey Mustafinov, il direttore generale di Avangard oil & gas.
Kostantin Malofeev
Prima di arrivare alla trattativa vera e propria, è importante approfondire la figura di Kostantin Malofeev, alias Mr K. Sappiamo che è un uomo d’affari, chairman dell’organizzazione non governativa Società per lo sviluppo dell’educazione storica russa l’aquila con la doppia testa. Qual è il suo legame con Matteo Salvini? Il collegamento è Alexey Komov, l’ambasciatore russo al Congresso Mondiale delle Famiglie, un’organizzazione contro l’aborto e i diritti degli omosessuali, il cui ultimo congresso è stato ospitato dalla città di Verona. Komov era presente quando Salvini è stato proclamato ufficialmente a capo della Lega al Lingotto a Torino. Come abbiamo detto, Malofeev e Komov sono grandi amici. Sappiamo che Malofeev, oltre ad essere un affermato finanziere russo, è anche uno degli uomini di fiducia di Putin. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea sospettano che abbia fidanzato sia la conquista della Crimea che la guerra in Donbass. Inoltre, è accusato di aver avuto un ruolo di primo piano nei rapporti finanziari tra il Cremlino e il Front National. Nel 2015 Mediapart aveva svelato che Malofeev aveva agevolato il prestito da 9 milioni di euro che il partito guidato da Marine Le Pen aveva ottenuto da First Czech Russian Bank, oltre a un altro prestito da 2 milioni dalla società cipriota Vernonsia Holdings. La maggior parte dei possedimenti di Malofeev si trovano in paradisi fiscali dove i capitali possono circolare liberamente. Egli inoltre è un sostenitore del regime zarista e vorrebbe restaurarlo. Per questo motivo, ha anche fondato un collegio per educare la nuova élite russa, la Grande Scuola di San Basilio. Per realizzare questo progetto sono necessari degli alleati in tutta Europa.
Il progetto Katheon
A livello geopolitico, vuole formare un nuovo blocco guidato dalla Russia: l’Eurasia. Per supportare questo progetto è stato creato Katheon, un sito disponibile in diverse lingue che diffonde idee sovraniste in tutta Europa. Tra i collaboratori spicca subito il nome di Marine Le Pen, alleata di lunga data di Matteo Salvini. Per quanto riguarda l’Italia c’è Alessandro Fiore, figlio di Roberto, il leader di Casa Pound, i cui membri si autodefiniscono fascisti del terzo millennio. A Katheon ha partecipato anche Savoini. In questo scenario, c’è anche un’altra persona chiave. Si tratta di Aleksandr Dugin, il filosofo con più influenza su Putin. Da tempo lavora per il centro studi di Malofeev e, casualmente, il movimento euroasiatico e Katheon hanno sede allo stesso indirizzo: Tverskaya street 7. Entrambi hanno una visione del mondo anti-occidentale, anti-abortista, negano l’omosessualità e vogliono riportare l’Ucraina sotto l’egida russa. Dugin inoltre è il fondatore del Centro della competenza geopolitica insieme a Pyotr Suslov, noto membro dei servizi segreti russi.
Dugin, Savoini e lo strano viaggio di Matteo Salvini
Negli ultimi mesi ci sono stati degli incontri ricorrenti tra Dugin e Savoini. La notizia è stata diffusa dall’Espresso. Uno degli incontri è avvenuto in via del Babuino a Roma, lo scorso 25 settembre. Probabilmente, già in quell’occasione si stava ipotizzando un futuro viaggio di Matteo Salvini in Russia. Cosa che poi è effettivamente avvenuta il 17 ottobre 2018, durante il convegno organizzato da Confindustria Russia, presieduta da Ernesto Ferlenghi, uno dei capi storici dell’Eni. L’inchiesta dell’Espresso ha evidenziato parecchie incongruenze durante la sua gita fuori porta in Russia. Il 17 ottobre Salvini parte da Roma con un volo Alitalia e atterra alle 15:45 all’aeroporto Sheremetyevo, per poi raggiungere il Lotte Hotel, che ospita la conferenza di Confindustria alle 17. Ordinaria amministrazione fino alle fine dell’evento. Dopo selfie vari, Salvini saluta tutti ed esce da un’uscita secondaria dell’albergo. Sull’agenda ufficiale non risultano impegni. Dove sta andando Matteo Salvini? È presto detto. Secondo quanto rivelato dai suoi più stretti collaboratori, il vicepremier ha incontrato uno dei pezzi da novanta del Cremlino: Dmitry Kozak. È il delegato agli affari energetici e uno dei membri della cerchia stretta di Putin. Sorge spontaneo chiedersi perché il ministro più social della Terza Repubblica non abbia postato nulla riguardo a questi incontri. Forse perché non erano incontri da divulgare. Allora cosa si discuteva durante questi misteriosi rendez-vous?
A cura di B.P.