La TARI a Latina rischia di aumentare a causa del Fondo crediti di dubbia esigibilità e degli adeguamenti Istat, nonostante il costo del servizio rifiuti sia inferiore rispetto alla media nazionale. La questione ha scatenato una forte polemica tra maggioranza e opposizione sulle responsabilità dei mancati recuperi dell’evasione degli anni passati.
Durante una commissione Trasparenza, la presidente Floriana Coletta ha convocato gli assessori all’Ambiente, Franco Addonizio, e al Bilancio e tributi, Ada Nasti, per fare chiarezza sui conti del servizio rifiuti. Addonizio ha illustrato i dati Arera e Ispra, sottolineando che il costo della raccolta rifiuti a Latina è di 37,15 centesimi al chilo, inferiore alla media del centro Italia (43,7 centesimi). Tuttavia, ha spiegato che l’aumento della TARI è dovuto a diversi fattori, tra cui gli incrementi del contratto, dell’Istat, della tariffa dell’indifferenziato a Rida e del Fondo crediti di dubbia esigibilità. Nasti ha aggiunto che l’aumento di quest’ultimo è dovuto alla mancata riscossione e all’omessa iscrizione a ruolo nei tempi dovuti negli anni precedenti.
La maggioranza consiliare ha sottolineato che l’incremento dei costi era prevedibile a causa del modello organizzativo del sistema di raccolta differenziata approvato dalla precedente amministrazione. Inoltre, ha evidenziato che gli aumenti sono stati determinati da fattori indipendenti dalla volontà dell’attuale amministrazione, come l’incremento del Piano Economico Finanziario dell’Abc, l’aumento delle tariffe di conferimento e trattamento rifiuti stabilito nel 2022 dal precedente Governo regionale di centrosinistra e la mancata riscossione pari al 37% nel periodo 2017-2021.
L’opposizione ha lanciato l’allarme, prevedendo un ulteriore aumento della TARI a dicembre per compensare l’incapacità dell’amministrazione attuale di recuperare l’evasione. Ha respinto le accuse di responsabilità dell’amministrazione precedente, sostenendo che Nasti omette due passaggi fondamentali: le modalità di accantonamento del fondo tra il 2018 e il 2021 e i costi di gestione del rifiuto. Secondo la minoranza, i maggiori costi che i cittadini si trovano in bolletta sono dovuti al mancato recupero dell’evasione.