In questo nuovo aneddoto, il nostro Direttore Responsabile ed ex Presidente della squadra nerazzurra Roberto Papaverone racconta il suo incontro casuale e non per i deboli di cuore con Pasquale Santosuosso, allenatore della squadra casertana grande rivale del Latina.
“Santosuò, allora? Come stanno le cose?”. Quando feci questa domanda a Pasquale Santosuosso sapevo già cosa sarebbe avvenuto da lì a pochi minuti dopo. L’avevo fatta grossa, avevo provocato00 l’allenatore della nostra più grande rivale.
Santosuosso allora, era l’allenatore dell’Albanova, la squadra di Casal di Principe, e dire che tra loro e noi del Latina Calcio c’era rivalità e rancore è dire poco. Partiamo dal principio, perché l’incontro avvenne davvero per caso.
“SANTOSUOSSO? E CHI E’ QUESTO SANTOSUOSSO?!”
1995. Hotel Reggia Palace di Caserta. Mi trovo lì di passaggio, in qualità di Presidente del Latina Calcio. È un bel momento, hotel di lusso, bella giornata di sole, ma soprattutto Caserta, una città meravigliosa. Alla mia destra, Gianluca Atalante, giornalista di Latina Oggi. Alla mia sinistra, Michele Pirro, il nostro mitico Direttore Sportivo.
Fuori come detto, è una bellissima giornata, ma per comodità ci piazziamo nella hall dell’hotel a bere il caffè. Mentre chiacchieriamo della prossima partita e di qualche affare di mercato, il giornalista Atlante distoglie lo sguardo da me inizia a impallidire: “Roberto, c’è Santosuosso, l’allenatore dell’Albanova, bisogna stare attenti” . Sembrava che mi stesse raccontando la biografia di Santosuosso.
Anche Pirro inizia a sbiancare e ad abbassare lo sguardo. C’è tensione e io non faccio nulla per stemperarla: “Santosuosso?! E chi è questo Santosuosso?!” urlò davanti a tutti. Non potrò mai dimenticare le due espressioni di Atlante e Pirro. Uno si nascose dietro il bancone della reception, l’altro uscì dalla hall e raggiunse il verde che circondava il bellissimo albergo.
Mentre li guardo nascondersi, si avvicina a me il tecnico dell’Albanova: “Sono io Santosuosso – disse a voce decisa. Lo guardai dritto negli occhi e gli risposi: “Io sono Roberto Papaverone, Presidente del Latina Calcio”. “Ahh!” esclamò Santosuosso che poi rimase in silenzio scrutandomi per qualche secondo. “Benissimo! – conclusi –. Vedo che c’è qualche risentimento. Facciamo così. Domani mattina ci vediamo qui sotto alle 8 e decidete se è pace o guerra”.
“PRESIDE’, E’ PACE!”
È inutile che vi racconti cosa mi dissero Atlante e Pirro. Dubito che quella notte dormirono. Il giorno dopo, alle 8, mi presento all’appuntamento. Arrivo qualche secondo prima e mi fumo una sigaretta. Da lontano vedo arrivare Santosuosso, accompagnato da vari uomini. Ero teso, ma dovevo affrontarli: “Santosuò, allora? Come stanno le cose?” gli chiesi. “Presidè… è pace!”. L’avevo scampata. Tutto finì con un caffè casertano nella hall dell’hotel e lo presero anche i miei coraggiosi collaboratori!
Questo aneddoto uscì anche sui quotidiani dell’epoca di Latina e quando affrontammo l’Albanova, vista l’accesa rivalità tra i club, vennero spiegate forze armate, cecchini e polizia per garantire la sicurezza negli stadi. Per fortuna, andò tutto bene.
Che dire? Queste erano le partite che ogni tanto Roberto Papaverone doveva affrontare.