Il calcio è molto più di quel che si vede in campo. Le regole del gioco e quelle del fair play sono soltanto una parte di questo mondo, a tratti appassionante e a tratti frustrante. Molte norme che regolano il calcio sono infatti legate ad aspetti puramente economici, e non rispettarle implica sanzioni di varia natura. Questa è la logica premessa di quanto sta accadendo alla Juventus proprio nel corso di questo campionato di serie A.
Plusvalenze fittizie: l’inchiesta Prisma
L’inchiesta Prisma, recentemente condotta sulla questione plusvalenze e sulla politica adottata dalla Juventus in fase di calciomercato, ha dato i suoi frutti, che sono andati di traverso ai bianconeri. Partendo dalla premessa, il concetto di plusvalenza non è di per sé illegittimo. Acquistare un giocatore a un prezzo e migliorarne le qualità, per poi rivenderlo a prezzo maggiorato in sede successiva di calciomercato, è alla base di un ritorno dell’investimento che prende il nome di plusvalenza reale. Fin qui, niente di strano.
La questione si complica quando i giocatori, oltre che essere comprati o venduti senza riferimento a un prezzo fisso, vengono anche scambiati in trattative a specchio. Generare una plusvalenza fittizia, in questo caso, diventa un’operazione pensata per aggiustare il bilancio senza muovere realmente denaro. Si tratta di una pratica non corretta, che finisce per gravare ulteriormente sulla situazione del club e costringerlo poi a effettuare altre plusvalenze. Il caso della Juventus si presenta come un’applicazione concreta di questo illecito, secondo le leggi della federazione calcio, con casi di plusvalenza fittizia che risalgono già al 2020 e al 2021, come emerso dall’indagine Prisma.
Le manovre stipendi
Aggiustare il bilancio con operazioni non consentite è dunque parte di un illecito che sta costando caro alla Vecchia Signora della serie A. Tuttavia, si tratta soltanto della prima delle due questioni sollevate dall’inchiesta Prisma: il secondo filone di indagini si concentra infatti sulle manovre stipendi messe in atto dalla dirigenza juventina con alcuni giocatori, che avrebbero poi rivelato l’accaduto una volta avviata la procedura giudiziaria.
Nel periodo cruciale del 2020 e del 2021, caratterizzati dall’emergenza sanitaria che ha intaccato non poco le finanze dei club calcistici di tutte le provenienze, la Juventus avrebbe dichiarato di voler ridurre di 4 mensilità gli stipendi dei suoi giocatori, così da far quadrare il proprio bilancio. In realtà, delle scritture private tra club e calciatori avrebbero voluto far recuperare a questi ultimi parte del denaro perso nella forma di bonus e indennità, senza tuttavia effettuare apposita dichiarazione nel bilancio del 2020 e del 2021. Da questo punto, scaturirebbe il secondo falso in bilancio a danno della dirigenza juventina.
Ne è valsa la pena?
Il gran polverone sollevato dall’inchiesta Prisma sta mettendo la Juventus nel mirino della giustizia sportiva. Il primo colpo andato a segno è stata la sottrazione di 15 punti in classifica, con la logica conseguenza di far precipitare la Juventus all’attuale tredicesimo posto in serie A. La questione delle manovre stipendi è però ancora aperta, e già da più parti si vocifera di un ulteriore -20 in classifica, se non della diretta retrocessione in serie B della Juventus.
Le conseguenze reali e potenziali sono già all’ordine del giorno: le quote riportate su questo sito si rivelano molto più irregolari del solito, tanto che alcuni hanno deciso di eliminare la quota su una retrocessione della Vecchia Signora per evitare perdite ingenti, vista l’incertezza del procedimento ancora aperto. In ogni caso, l’allontanamento della Juventus dalla Champions League, cui si accede dal quarto posto in classifica di Serie A, rappresenta di certo un ulteriore danno alle casse e all’immagine del club bianconero.
La dirigenza bianconera sta già pagando lo scotto: Andrea Agnelli e Pavel Nedved hanno dato le dimissioni. Evidentemente, questa scelta non basta a salvare la Juventus dall’inchiesta Prisma. Restano aperte domande sul perché soltanto il club bianconero sia stato accusato di slealtà sportiva e finanziaria, sebbene le prove a suo carico siano evidenti, tra intercettazioni e documenti alterati o nascosti.