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Israele a Processo per Genocidio: Accuse e Controaccuse a L’Aia

Apertura del Processo a L’Aia

Il 11 gennaio 2024 segna l’apertura del processo della Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu a L’Aia, dove Israele è chiamato a rispondere alle accuse di genocidio legate alle sue azioni a Gaza. Un momento cruciale che scatena un confronto acceso tra le parti coinvolte.

Pressioni e Controaccuse

La prima udienza, dedicata all’accusa, è stata caratterizzata dalle intense pressioni da parte di Israele, che ha accusato il Sudafrica di essere il “braccio giuridico di Hamas”. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito la posizione di difesa, sostenendo che Israele combatte il genocidio, non lo perpetra.

La Denuncia Sudafricana

Il processo prende le mosse da una denuncia presentata dal Sudafrica, che ha consegnato un dossier dettagliato. Questo documento, supportato da diversi paesi, afferma che Israele avrebbe violato la Convenzione Onu sul genocidio durante l’operazione a Gaza.

Cifre e Conseguenze della Guerra

Il dossier sudafricano documenta oltre 23.000 vittime civili a Gaza, di cui circa 10.000 sono minori. Unrwa stimava che quasi l’85% della popolazione, pari a 1,9 milioni di persone, è stata sfollata internamente. Decine di migliaia di edifici sono stati distrutti, delineando una situazione drammatica.

Sostegno Internazionale alla Denuncia

La denuncia del Sudafrica ha ottenuto il sostegno di diverse nazioni, tra cui Brasile, Colombia, Venezuela, Turchia, Pakistan, Giordania, Iran, Maldive e i Paesi della Lega araba. Un fronte internazionale che mette sotto i riflettori la complessità della situazione.

Conclusioni

L’apertura del processo a L’Aia ha dato il via a un dibattito internazionale sulle azioni di Israele a Gaza. Le cifre e le accuse documentate nel dossier sudafricano delineano una realtà complessa e delicata. Il mondo osserva con attenzione, in attesa degli sviluppi futuri.

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