Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale milanese, comparirà domani, venerdì 7 marzo, davanti al GIP Mattia Fiorentini per l’interrogatorio di garanzia. Oggioni, attualmente agli arresti domiciliari, dovrà difendersi dalle accuse di corruzione, depistaggio e falso contestate nell’ambito di un’inchiesta coordinata dai PM Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici. L’interrogatorio è previsto per le ore 11:00 presso il Palazzo di Giustizia.
Secondo l’accusa, Oggioni, in qualità di ex vicepresidente della Commissione paesaggio ed ex direttore dello Sportello unico edilizia, avrebbe favorito pratiche edilizie della società Abitare In relative a cinque interventi immobiliari, tra cui il Lambrate Twin Palace e Porta Naviglio Grande. In cambio, la SPA avrebbe assunto la figlia di Oggioni, anch’essa architetto, con contratti tra il 2020 e il 2023 per un valore complessivo di oltre 124.000 euro. Oggioni è accusato di non aver dichiarato il conflitto di interessi, configurando il reato di falso.
Inoltre, tra febbraio 2022 e novembre 2024, Oggioni avrebbe ricevuto oltre 178.000 euro da Assimpredil Ance, l’associazione dei costruttori immobiliari, per una consulenza. In cambio, avrebbe condizionato l’attività amministrativa relativa a diverse pratiche edilizie di imprese associate, undici in totale.
L’accusa di depistaggio riguarda la cancellazione di un account cloud di Oggioni dopo il sequestro dei suoi dispositivi.
Oggioni è inoltre accusato di falsi in relazione a vari progetti immobiliari già oggetto di precedenti inchieste milanesi sull’urbanistica. Secondo l’accusa, tali progetti sarebbero stati impropriamente qualificati come ristrutturazioni, eludendo i necessari piani attuativi previsti dalla legge.
Nelle intercettazioni, Oggioni si era detto preoccupato di aver firmato una cinquantina di convenzioni che non erano passate in giunta. I PM contestano che, per determinati progetti immobiliari, sarebbe stato necessario il voto del consiglio o della giunta comunale, mentre invece venivano stipulate solo convenzioni tra costruttori e dirigenti comunali. I PM sottolineano come già nell’indagine sulla torre di via Stresa fosse emerso che Oggioni, avvalendosi del ruolo di Zinna (altro ex dirigente comunale indagato), fosse stato l’ideatore e il sottoscrittore della determina n. 65 del 30 maggio 2018, che ha rimosso l’obbligo del piano attuativo. Tale piano era necessario, secondo i PM, per garantire servizi (verde, parcheggi) ai cittadini nelle aree interessate da tali interventi immobiliari. Le imprese avrebbero inoltre ottenuto sconti sugli oneri di urbanizzazione.
Secondo la Procura, Oggioni si sarebbe adoperato per ostacolare le indagini e avrebbe avuto “adepti” all’interno degli uffici comunali. Nel suo curriculum, Oggioni si descriveva come una figura che ha sempre orientato la sua attività professionale verso lo studio delle tecniche di gestione delle risorse territoriali e della trasformazione urbana, partecipando al processo di trasformazione della città di Milano.
Gli interrogatori degli altri tre indagati per i quali la Procura ha chiesto misure interdittive dovrebbero tenersi la prossima settimana. Il GIP dovrà poi decidere se applicare o meno tali misure.