no studio dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), basato sui dati del 2024 di 552 centraline in tutta Italia, ha rivelato livelli preoccupanti di inquinamento atmosferico nella provincia di Frosinone.
PM10: Ceccano si è classificata come la seconda centralina in Italia con il maggior numero di superamenti del limite giornaliero di PM10 (79 giorni sopra i 50 microgrammi per metro cubo), superata solo da Palermo. Frosinone, con la centralina di via Puccini, è il capoluogo di provincia con il maggior numero di violazioni annue. Anche Cassino ha mostrato livelli elevati, posizionandosi al ventesimo posto a livello nazionale. Altre località della provincia con superamenti significativi sono Ferentino, Alatri, e Frosinone (viale Mazzini).
La Ciociaria si conferma quindi tra le aree più inquinate d’Italia, paragonabile a zone critiche come le province di Brescia, Cremona, Padova e Verona.
Per quanto riguarda le medie annuali di PM10, Ceccano si posiziona sesta in Italia, Cassino tredicesima e Frosinone Scalo trentunesima.
PM2,5: La situazione per le polveri più fini (PM2,5) è leggermente migliore, con il rispetto dei limiti per la prima volta dal 2007. Tuttavia, Cassino si posiziona diciannovesima a livello nazionale.
Biossido d’Azoto: Relativamente al biossido d’azoto, Cassino risulta 41ª a livello nazionale.
L’ISPRA sottolinea che le condizioni meteo-climatiche della Pianura Padana e della Valle del Sacco favoriscono l’accumulo di inquinanti, soprattutto nei mesi invernali. L’istituto precisa che i dati includono anche i giorni di superamento dovuti a eventi di intrusione di polveri desertiche, che possono essere dedotti dal computo finale.
Lo studio conclude evidenziando la necessità di implementare rapidamente strategie aggiuntive per ridurre significativamente l’inquinamento atmosferico, in linea con la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria e le raccomandazioni dell’OMS. La strada da percorrere è ancora lunga e richiede una riduzione sostanziale delle emissioni.