La Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati un artigiano di 56 anni, il fabbro che venerdì mattina stava installando una cassaforte nell’attico da cui è partito l’incendio, nell’inchiesta sul rogo dei due condomini nel centro di Torino. L’ipotesi di reato è incendio colposo.
Gli inquirenti nelle scorse ore avevano vagliato la sua posizione.
Dopo il sopralluogo del pm Alessandro Aghemo, titolare dell’inchiesta, sono stati posti i sigilli all’attico, che è l’unico appartamento sotto sequestro.
Il rogo ha devastato due condomini di un palazzo ottocentesco di Torino, in pieno centro città, rendendo inabitabili, o comunque al momento inagibili, decine di appartamenti, mansarde ed attici.
Molti appartamenti sono andati completamente distrutti e in altri è pericoloso, e quindi vietato, entrare. “Un disastro – dice Roberto Romagnoli, dentista, che vive all’ultimo piano di ‘Palazzo Lagrange’ – Per fortuna ieri ero fuori Torino, mi hanno avvisato. Abitavo qui da quattro anni, non pensavo finisse così. Non posso rientrare neanche a prendere i beni per la normale vita quotidiana. Ho perso una collezione di oggetti d’arte e di design, tutto in fumo”. Gli sfollati sono stati ospitati da amici e parenti, alcuni hanno trovato accoglienza gratuita in alberghi vicini ai palazzi bruciati.