Il silenzio uccide più delle mafie e ci rende schiavi. Adriana Colacicco e Gerardo Gatti continuano a lottare le mafie convinti che occorra spezzare i legami e il consenso sociale. La lotta alle mafie deve essere la priorità. Occorre dire ‘NO’ alle mafie con coraggio.
Arrestati nell’Operazione ‘Scrigno’ (Trapani, Marsala, Favignana)
La famosa ‘zona 45’ di Bari una delle zone controllata dalla mafia barese, un tempo centro di spaccio per eccellenza, ricca di spacciatori senza scrupoli. (Si pubblica foto della zona simbolo di Bari in mancanza delle foto segnaletiche degli arrestati a Bari negli scorsi giorni)
L’Italia è un paese bellissimo, sporcato dalle mafie che si diffondono sempre di più in tutti gli ambiti della vita. Numerose le inchieste che Adriana Colacicco e Gerardo Gatti hanno condotto con il Progetto di Vita e non si sono fatti attendere nel commentare quello che è accaduto in Puglia con l’operazione della DDA di Bari e in Sicilia con l’operazione ‘Scrigno’.
La loro lotta alle mafie è comune a quella di tanti cittadini che hanno desiderio e voglia di vivere in un Paese “pulito e legale”.
“È raccapricciante come la politica cerchi il potere mafioso” con queste parole iniziano un lungo discorso che si fonda sulla loro esperienza quotidiana iniziata con il Progetto di Vita anni fa.
“Il Progetto di Vita è un favoloso ingranaggio, ma l’ingranaggio più grande, quello che fa muovere tutti gli altri è quello della ‘Giustizia e della sicurezza’ fondato sulla lotta alle mafie. Ciò permette la giusta evoluzione e movimento di tutti gli altri ingranaggi, ovvero gli altri ambiti della vita (lavoro, sanità, ambiente, immigrazione, parità di genere, ecc.)” continuano Adriana e Gerardo.
Sono convinti che il lavoro magistrale degli inquirenti e delle forze dell’ordine deve essere coadiuvato da quello di tutti i onesti cittadini.
A tal proposito, Adriana Colacicco e Gerardo Gatti vogliono difendere le istituzioni e i cittadini dalla violenza e dall’oppressione delle mafie con il Progetto di Vita. La storia ha insegnato quanto le mafie si siano evolute e quanto siano diventate pericolose da Nord a Sud e ribadiscono il fatto che in Puglia, loro terra natale, ci siano pochi giornalisti che sul territorio si occupano di mafie e questo è fortemente indicativo di come le mafie siano sottovalutate ed è proprio per questo che ritengono opportuno parlarne e denunciare sempre. Sottovalutare significa sminuire un esistente molto serio.
“L’inganno più spudorato delle mafie è quello di far credere che non esistono” sottolineano i fondatori del Progetto di Vita che hanno le idee chiare. Continuano affermando che “La mafia pugliese è cambiata, si è riorganizzata e resta sempre pericolosa, ha un forte potere di richiamo verso i giovani che sperano, con l’affiliazione, di fare carriera e guadagni facili. Tante le operazioni che hanno permesso arresti eccellenti in questi anni, come l’operazione di qualche giorno fa (mancano foto degli arrestati, perché?), su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Bari, in Puglia, Lazio, Abruzzo ed Emilia Romagna che, in Puglia, ha colpito duramente i vertici del clan Parisi – Palermiti per i reati di omicidio, estorsione, rapina, detenzione e porto illegali di armi, detenzione di sostanze stupefacenti. L’omertà regna sovrana accompagnata dalla consapevolezza della realtà quotidiana. L’omertà, in Puglia, è frutto dell’indifferenza, del pensiero consolidato e comune ..’del tanto non mi riguarda’”.
Sottolineano “l’importanza di essere sinceri e di prendere consapevolezza che la politica cerca il potere mafioso che, così, diventa più forte ed esteso. L’operazione ‘Scrigno’ è un esempio. L’arresto di Paolo Ruggiriello, ex deputato regionale dell’Ars e referente politico dei clan, è molto importante. La sua figura dimostra come attraverso il controllo del voto, la mafia gestisca la cosa pubblica e di quanto la massoneria sia presente. Da questa operazione è emerso il forte potere della famiglia Virga. I referenti erano i figli di Vincenzo Virga, oggi detenuto all’ergastolo, Francesco e Pietro Virga condannati al regime carcerario del 41bis. L’operazione ‘Scrigno’ ha colpito duramente il mandamento mafioso di Trapani, le famiglie Paceco di Marsala e il mandamento mafioso dell’isola di Favignana.”
Adriana e Gerardo ci fanno notare un elemento molto importante da non sottovalutare. “I Virga sono molto prossimi al boss Matteo Messina Denaro, infatti Francesco Virga è stato affiliato da Matteo Messina Denaro e rientra nei cosidetti ‘uomini d’onore riservati’. Ovvero di quegli uomini che sono stati affiliati senza il tradizionale rito, ma affiliati direttamente dal capo famiglia, il più delle volte con riti molto simili a quelli massonici. L’identità degli ‘uomini d’onore riservati’ è nota solo ai capi dell’organizzazione e resta segreta agli altri aderenti sul territorio, il tutto per difendersi dal fenomeno dei collaboratori di giustizia.”
La presenza occulta di queste persone è utile per infiltrare il potere mafioso e ritroviamo nelle parole del superpentito catanese Santo La Causa, ex reggente militare della famiglia Ercolano – Santapaola, i termini: Intelligence mafiosa e massoneria. E non si può far finta di niente.
Non si dimentica, che durante l’operazione ‘Scrigno’, è stato arrestato in Romania il latitante Iacob Stelica, in attesa di estradizione, che deve rispondere di associazione di stampo mafioso.
Concludono affermando che “La lotta alle mafie riguarda ognuno di noi, riguarda la collettività, le istituzioni. La cultura della consapevolezza sociale e della legalità possono seminare, per poi dare alla luce, comportamenti determinati e capaci di lotta alle mafie. Oggi tutti siamo responsabili della situazione in cui viviamo e i nostri comportamenti, scorretti, illegali, omertosi che ricadono sull’intera società. La ‘Sicurezza e la Legalità’ sono fondamentali per la crescita economica del territorio e indispensabili per adottare nuove strategie imprenditoriali e sociali. Sviluppare a livello locale la Cultura della Legalità, a partire anche dalle scuole, è importante al fine di rafforzare il ruolo della comunità. La convivenza civile e l’unione sociale si affermano quando i cittadini si sentono sicuri nelle loro case, quando a partire dalle Amministrazioni locali garantiscono la prevenzione della criminalità, il decoro delle città e dei comuni, la riqualificazione e il recupero delle aree degradate, così da eliminare fattori di marginalità e di esclusione sociale. Per ‘Sicurezza’ si intende anche contrastare le infiltrazioni della malavita nella società e nelle Pubbliche Amministrazioni, ciò comporta un impegno civile maggiore al quale le Amministrazioni locali devono porre la giusta attenzione. Tutti abbiamo diritto alla sicurezza e a vivere in un territorio dove la qualità della vita sia legata ad azioni collaborative fra Amministrazione, Autorità di Pubblica Sicurezza e cittadini.
Per sconfiggere le mafie occorre sinergia fra le Forze di Pubblica Sicurezza, la magistratura, l’impegno educativo e lavorativo della ricostruzione dei diritti. Ribadiamo con forza che possiamo tutti insieme essere un prezioso stimolo per la crescita della coscienza civile e della fiducia nello stato diritto.”