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Il caso del governatore della Liguria Toti riapre il dibattito tra garantisti e colpevolisti

“Il governatore della Liguria Toti ai domiciliari per corruzione e falso”, ormai sono parecchi giorni che nei dibattiti politici si parla di questa questione.

Quest’episodio ha fatto molto scalpore in primo luogo in quanto un politico che ricopre un ruolo importante dovrebbe essere al di sopra degli interessi di parte e perché  riapre il dibattito tra garantisti e colpevolisti:che chi già lo condanna e chi più prudente attende lo svolgimento del processo o addirittura  chi pensa che ne uscirà assolto, dimostrando la propria estraneità ai fatti.

Il nostro sistema giudiziario italiano è chiaro: per ogni imputato di un reato c è il principio di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio.

Il governatore dovrà essere interrogato dai magistrati il 27 e il 20 maggio e la linea difensiva che terrà insieme al suo avvocato è chiara: si dichiarerà innocente.

Poi c’è chi dice che Toti dovrebbe dimettersi dalla sua carica e chi dice che finchè non si concluderà il primo grado di giudizio, in cui in caso di condanna, verrà applicata anche la misura interdittiva dalla carica pubblica, vista la gravità del reato contestatogli, non dovrà dimettersi.

Parecchi casi precedenti ai suoi si sono rilevati infondati e poi quindi l’imputato è stato assolto.

La pressione mediatica è forte e potrebbe indurlo a dimettersi prima della sentenza di primo grado.

Attendiamo l’evolversi della situazione e lo sviluppo della situazione.

La politica e gli affari troppo spesso si intersecano, ma il giudizio dell’opinione pubblica è quello più forte al di là di qualsiasi magistrato.

Platone , filosofo greco, vissuto tanti anni fa , col suo pensiero è sempre attuale: “la città deve essere governata nel bene di tutti”

 

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