Patteggia a un anno 10 mesi e 20 giorni (pena sospesa) con confisca della patente. E nuovo esame di guida da sostenere. Così ha deciso il giudice per le udienze preliminari che ha accolto la richiesta di patteggiamento di uno dei candidati alla teoria nell’esame svoltosi il 2 maggio 2015 alla motorizzazione di Frosinone.
Si tratta di uno dei 72 imputati in uno dei rivoli della maxi inchiesta condotta dalla squadra mobile di Frosinone sulle patenti di guida conseguita illecitamente da tanti cittadini italiani e stranieri, molti dei quali provenienti da fuori regione. E che ora, dunque, rischiano di dover ripetere le prove. Il processo principale peraltro è in corso e alcuni sono stati già condannati.
Da fuori regione arrivava il cinese Rongxiang Zhou, residente in provincia di Vicenza. Era accusato di aver preso parte a una delle sessioni truccate per la quale gli esaminati avevano pagato, ottenendo la presenza di esaminatori compiacenti e di quattro suggeritori con il compito di aiutare nelle risposte soprattutto gli stranieri, alcuni dei quali, come emerso dalle indagini, non comprendevano bene l’italiano.
Da qui la contestazione del reato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio ai funzionari ed esaminatori della motorizzazione, estenso ai candidati e suggeritori. Reato più grave contestato al cinese che, oltre alla condanna, pur con la pena sospesa, si trova con la patente confiscata, in quanto ottenuta secondo il giudice «in spregio delle norme che ne regolano il rilascio». Da qui la necessità per il cinese di dover sostenere un nuovo esame della patente.
Per gli altri 71 imputati, invece, l’udienza preliminari è stata rinviata non avendo altri presentato richiesta di riti alternativi. Davanti al gup ci sono ciociari, residenti a Sora, Cassino, Monte San Giovanni Campano, Rocca d’Arce, Campoli Appennino, Pontecorvo, Piglio, Isola del Liri, Boville Ernica e Arpino, italiani delle province di Chieti, Bergamo, Caserta, Reggio Emilia, Viterbo e Potenza, africani provenienti da Abruzzo, Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Roma e Latina; indiani di Roccasecca, Sabaudia e Sezze; cinesi provenienti da Lombardia, Sicilia, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Calabria e Lazio; albanesi residenti in Umbria, Abruzzo e Alto Adige; ma anche pakistani, turchi, romeni, nord macedoni, kosovari e bulgari. Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Carlo Coratti, Mario Cellitti, Marco Maietta, Giampiero Vellucci, Antonino Nobile, Renato Rea, Danilo Iafrate, Marilena Colagiacomo, Antonio Celani, Gianfranco Rotondi e Sara Polito.