“Nella sua logica criminale, quella era la modalità più sicura per entrare” in discoteca, cioè “mostrare il suo ‘pass’ personale, la pistola”, con la “pretesa di imporre la propria ‘legge’ arrogante e sopraffattrice”.
Lo scrive il gip del Tribunale di Bari Francesco Mattiace nel provvedimento con il quale ha convalidato l’arresto in flagranza del pregiudicato 45enne barese Giovanni Gualberti, in carcere dal 14 novembre per aver ferito con due colpi di pistola un buttafuori 45enne all’esterno della discoteca Demodè di Modugno (Bari).
Nei confronti di Gualberti, esponente di vertice del clan mafioso Strisciuglio di Bari, il gip ha emesso contestuale misure cautelare per i reati di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e dai futili motivi e porto abusivo di armi da fuoco. Il buttafuori – hanno ricostruito i carabinieri, coordinati dal pm Marcello Quercia e dal collega della Dda Fabio Buquicchio – aveva vietato a Gualberti, esponente di vertice del clan mafioso Strisciuglio di Bari, di entrare nel locale in quanto sprovvisto di biglietto e green pass. Le testimonianze di un collega buttafuori e della stessa vittima e, soprattutto, le immagini delle telecamere di videosorveglianza, mostrano la colluttazione iniziale con spintoni, schiaffi, un pugno e Gualberti che, in segno di minaccia, mostra l’arma alla cintola dei pantaloni, “a scopo intimidatorio” scrive il gip, pronunciando frasi come “io il biglietto non l’ho pagato mai”, “voi non sapete chi sono io” e minacciando esplicitamente di uccidere il buttafuori che aveva osato non soltanto vietargli l’ingresso ma anche colpirlo con un pugno. Un comportamento “tipicamente evocativo” della appartenenza di Gualberti ad ambiti criminali organizzati, che avrebbe anche “indotto in quasi tutti i presenti uno stato di soggezione con conseguente atteggiamento omertoso”.