Accusandole di essere complici nella morte o nella mutilazione di bambini costretti a lavorare in condizioni pericolose nelle miniere di cobalto
Lo riporta il giornale britannico the Guardian, il quale afferma che è la prima volta che le tech company si trovano davanti ad una azione legale del genere e di queste proporzioni. La causa è stata presentata a Washington Dc dall’ong locale International Rights Advocates per conto di 14 genitori e bimbi provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo. Le famiglie congolesi pretendono i danni per lavoro forzato ed ulteriori indennizzi per ingiusto arricchimento, supervisione negligente, imposizione intenzionale di stress emotivo. Le compagnie tech citate – si denuncia – incoraggiano società minerarie come la Glencore che sfruttano il lavoro minorile, pagando i baby minatori soltanto un paio di dollari al giorno e facendoli lavorare in condizioni rischiose.