Circa 200 manifestanti si sono radunati oggi pomeriggio davanti alla sede della Regione Piemonte in Piazza Castello a Torino per il presidio di protesta “Se tu ci chiudi, tu ci paghi”, organizzato dalle realtà antagoniste contro il Dpcm. Insieme agli antagonisti, come i centri sociali Askatasuna e Gabrio, in piazza anche i sindacati di base Cobas e Usb, il movimento No Tav e i collettivi universitari, le case occupate anarchiche, il Prinz Eugen e Rete dei Comunisti.
“Vale più la vetrina di Gucci di una generazione senza futuro. La crisi la paghino i ricchi”, si legge su uno striscione esibito dai manifestanti che fa riferimento ai danni ai negozi delle griffe durante la protesta degenerata due settimane fa. “La nostra vita vale più dei loro profitti. Distruggiamo Stato è Capitale”, “Tu ci chiudi tu ci paghi. La salute è la prima cosa, pagateci il lockdown”, le scritte su altri striscioni.
La manifestazione per il momento si tiene in forma statica con tanto di musica e interventi al microfono da parte dei partecipanti. Numerose le forze dell’ordine schierate non solo in piazza Castello ma anche su via Roma, devastata negli scontri di due settimane fa, dove è stato sbarrato l’accesso, e su via Pietro Micca.