Torino - Il maxi progetto edilizio finanziato dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, inserito nel programma Next Genetration, non lascrebbe spazio a poco meno di due ettari di flora e fauna in via Druento 49 a Torino. Qui le ruspe hanno iniziato il loro percorso per la realizzazione di olre 50 alloggi "popolari" senza tener conto che la vasta area boschiva, un polmone verde che poteva in parte essere preservato, verrà rasa al suolo in contrasto con quanto stabilito dalle strategie dell'UE per la biodiversità 2030. Un intervento di decine di milioni di euro per edifici che di popolare hanno ben poco considerata la descrizione della nuova residenza “FORVILLA” .... ESCLUSIVI APPARTAMENTI CON GIARDINI PRIVATI, .... impianti sono progettati e indirizzati all’ottenimento delle migliori caratteristiche energetiche per l’edificio e per la singola unità abitativa. E le colonie feline, dei ricci , gli scoiattoli i volativi e gli impollinatori che da decenni abitano la vasta area boschiva dove finiscono ? L'amministazione ha pensato che andava reperito uno spazio consono al loro trasferimento non programmato alla stregua di un progetto green così ambizioso a cui la pubblica amministazione non può rinunciare? L'intervento edilizio procederà con ritmi galoppanti senza tener conto degli obbiettivi fissati dall'UE, del ripristino della natura della perdita degli impollinatori della tragica perdita delle colonie di felini di ricci oltre che di volatili di ogni genere e scoiattoli. Gli incentivi europei non vanno visti solo tra le corde di progetti speculativi o di edilizia popolare o di arredo urbano, bensì anche nell'aumento degli spazi verdi nelle aree urbane con progettazioni adeguate in armonia con la natura e la fauna esistente, un obbiettivo che parrebbe essere prevaricato dall'accensione delle ruspe di Via Druento 49 a Torino. Gli animali che vi abitano la fanno da padrona e non possono in una manciata di giorni essere sfrattati con metodi frettolosi e discutibili; la salvaguardia di flora e fauna sono parte degli obbiettivi che l'Italia deve garantire all'UE e senza i quali 16 mila metri quadrati di area boschiva e gerbida non possono sparire dal mattino alla sera, o meglio dalla sera al mattino così come è stato programmato dalla Città Metropolitana di Torino per la "rimozione forzata" e frettolosa di gatti, ricci , scoiattoli e volatili che hanno trovato rifugio nel corso dei decenni e vengono alimentati da volontari ed associazioni. La soluzione - spiega il dottore veterinario Massimo Vacchetta del Centro di recupero Ricci «La Ninna» - non può essere limitata a pochi giorni tanto più che questa è la stagione di riproduzione ed il recupero notturno in agosto sarebbe anticipare la morte di molti cuccioli e la difficoltà nel localizzare i nidi la notte, una modalità operativa drammatica per la sopravvivenza della colonia di ricci. La risposta al recuoero dei piccoli selvatici , semidomestici, è di posticipare inevitabilmente le opere di disboscamento, o in subordine prendersi il tempo necessario per le operazioni di recupero. Il Centro di recupero Ricci «La Ninna» così come decine di volontari di altre associazioni compresa Humanitas Organismo di Volontariato - Regione Liguria - che opera sul territorio nazionale non condividono le modalità operative e decisionali della pubblica amministrazione, dalla quale ci si aspetta una rapida soluzione da condividere con i respondabili delle singole associazioni animaliste e con l'esperto veterinario Massimo Vacchetta. La scelta di trasportare la colonia di ricci presso il CANC, ed impossibile da recuperare in questo periodo, non garantisce in alcun modo la sopravvivenza dei piccoli mammiferi che come è noto necessitano di essere cibati e non lasciati liberi al loro destino. Il cantiere di Via Druento, in assenza di un chiaro accordo etico e concreto con le associazioni animaliste, potrebbe arrivare all'attenzione dell'UE per violazione degli obbiettivi da raggiungere per la biodiversità 2030 a fronte del "succoso" PNRR. La priorità al recupero della grande colonia felina presente nell'area in parte circoscritta, deve essere garantita nei tempi, nei modi e dagli spazi che devono essere individuati ed autorizzati da parte della P.A., tema che parrebbe essere sfuggito al Sindaco di Torino Stefano Lo Russo. L'apetura del cantiere di Via Druento civico 49 parrebbe essere una "bomba ad orologeria" per il temuto e concreto rischio di due reati che verranno monitorati e denunciati all'UE: il permanente danno alla fauna selvatica, patrimonio indisponibile statale, ed il maltrattamento di animali in periodo di allattamento depredandogli il diritto alla vita. claudia bortolotti