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Detenuto Evade dal Carcere della Dozza,via Ricerche a Tappeto

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Un detenuto di 34 anni di origine albanese, identificato come F.M., è evaso dal carcere della Dozza di Bologna nella serata di venerdì 28 marzo. L’uomo, precedentemente in regime di semilibertà, era in attesa di essere trasferito in una sezione interna del carcere a seguito della revoca del beneficio.

Secondo quanto ricostruito, F.M. avrebbe approfittato di una porta lasciata aperta durante il trasferimento tra reparti, intorno alle ore 22, riuscendo a scavalcare un muro e a dileguarsi. Le ricerche, immediatamente avviate dalla polizia penitenziaria e dalle altre forze dell’ordine, si sono concentrate in particolare nella zona circostante il carcere, tra via Ferrarese, via della Dozza e via del Gomito.

Ricerca nei Condomini e Allarme Sindacati

Testimonianze di residenti riferiscono di pattuglie che hanno ispezionato cantine, garage e persino alcuni appartamenti, nel sospetto che l’evaso possa essersi nascosto nelle immediate vicinanze del carcere in attesa di proseguire la fuga. La polizia penitenziaria e il nucleo investigativo regionale hanno diramato foto e generalità del detenuto evaso a tutte le forze dell’ordine. F.M. era detenuto per reati di droga e avrebbe dovuto scontare la pena fino al 2028. Alcuni suoi familiari risiedono nel comune di Imola, ma le ricerche sono estese a tutto il territorio.

L’episodio ha riacceso il dibattito sulle condizioni di sicurezza del carcere della Dozza. I sindacati di polizia penitenziaria denunciano carenze strutturali, sottodimensionamento del personale e un aumento della popolazione detenuta.

UilPa: “Personale Sottodimensionato e Stanco”

Domenico Maldarizzi di UilPa ha dichiarato che l’istituto bolognese presenta “grosse pecche strutturali, soprattutto nei sistemi di allarme e videosorveglianza”. “Il personale è sottodimensionato e stanco – ha aggiunto -, al contrario della popolazione detenuta che aumenta sempre più”. Il sindacalista ha ribadito le richieste al governo di deflazionare la popolazione detentiva e di investire in tecnologia e soprattutto in personale.

Anche Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Francesco Campobasso, segretario nazionale, hanno sottolineato la necessità di “continuare a dare priorità alla sicurezza, attraverso le assunzioni di personale di polizia penitenziaria, oggi carente di circa 4.000 unità”.

Le Tre Storie Capitali

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