ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Demanio: su concessioni balneari Fvg modello di operatività

Bibione, 20 mag – In materia di concessioni balneari non solo
l’iniziativa legislativa adottata dalla Regione Friuli Venezia
Giulia nel 2020 può assumersi quale buon modello per dipanare una
materia particolarmente complessa, ma autorevoli giuristi
consigliano l’Amministrazione regionale di procedere con un
ricorso alla Corte di giustizia europea.

E’ quanto è emerso nel convegno “La disciplina delle concessioni
balneari alla luce dell’ordinamento europeo e di quello italiano:
limiti posti dai trattati europei alle competenze dell’Ue e a
quelle degli Stati membri” in corso di svolgimento a Bibione e a
cui è intervenuto l’assessore regionale al Demanio.

Il convegno ha offerto l’occasione per un confronto con esperti
in legislazione, dopo le sentenze del 2021 con le quali
l’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha dichiarato
l’inefficacia delle relative proroghe di legge al 31 dicembre
2033, per contrasto con il diritto eurounitario, rinviando
tuttavia “l’operatività degli effetti” delle pronunce al 1°
gennaio 2024.

L’Amministrazione regionale ha reso noto di aver istruito le
istanze di differimento delle concessioni balneari pubblicando un
avviso dettagliato, garantendo così il rispetto dei principi euro
comunitari attraverso l’adozione di misure che hanno consentito
il confronto competitivo: sono state ben 158 le istanze
pubblicate, il 66% sul totale concessioni attive, 98% sulle
concessioni scadute al 31 dicembre 2020.

L’assessore, inquadrando l’esperienza del Friuli Venezia Giulia
come esempio di operatività, è intervenuto ricordando che le
concessioni hanno come cardine il migliore utilizzo del bene
pubblico nell’interesse dell’intera comunità, e non sono gare,
che seguono i principi del codice degli appalti: nel dirimere
l’ormai urgentissima questione delle concessioni balneari
l’impressione – è stata l’opinione espressa dall’esponente della
Giunta – è che questo caposaldo si stia dimenticando, incentrando
il dibattito sull’applicabilità o meno della Direttiva europea
sui servizi.

L’auspicio della Regione è stato che il Governo intervenga
urgentemente creando strumenti per attuare scelte sulla base di
procedure di evidenza pubblica che difendano coloro fanno
impresa, non come semplici aziende di servizi ma come attori
della valorizzazione del territorio, distinguendo tra coloro che
gli investimenti li hanno fatti e coloro invece che a fronte di
canone di sfruttamento esiguo hanno solo lucrato.
L’assessore ha rilevato nell’annosa questione delle concessioni
un’abdicazione del potere legislativo a riguardo di quello
giudiziario.

I pronunciamenti, tanto di merito quanto di legittimità, sono
stati contrastanti a riguardo sia della corretta applicazione
della direttiva Bolkestain quanto della possibilità, da parte del
funzionario pubblico, di disapplicare una legge dello Stato
italiano.

Significativo è ricordare che, solo nell’intervallo di tempo,
intercorso tra il 2019 ed il 2021, si contano oltre 40 sentenze,
di merito e di legittimità, emanate dai tribunali di ogni ordine
e grado (civile, penale, amministrativo) in uno con l’assenza, da
parte dello Stato, di ogni atto di indirizzo.

Nel suo intervento l’assessore ha ripercorso quanto il Friuli
Venezia Giulia ha fatto, operando fin dall’origine nel rispetto
dei principi eurocomunitari, adottando procedure di evidenza
pubblica per addivenire al differimento delle concessioni al 2033
che hanno consentito un confronto competitivo.

L’attività amministrativa è stata preceduta, nella Regione Friuli
Venezia Giulia, da un ampio dibattito politico in Consiglio
regionale e nel perdurare dell’assenza di ogni decisione o
indirizzo da parte dello Stato, è stata approvata all’unanimità
una legge (la 8/2020) rispettosa dei postulati eurounitari,
disponendo, pertanto, il recepimento delle disposizioni nazionali
mediante un esplicito richiamo ai principi di trasparenza e
pubblicità ed estendendo l’ambito di applicazione anche alle
concessioni aventi finalità diportistica, cantieristica e pesca.

Il legislatore regionale ha, infatti, riconosciuto la possibilità
di estendere la durata delle concessioni del demanio marittimo
nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e
pubblicità, la validità delle concessioni con finalità turistico
ricreativa e sportiva, diportistica e attività.

Questa legge è stata dichiarata illegittima dalla Corte
costituzionale nel 2021 in quanto in contrasto con la competenza
primaria statale in materia di concorrenza. Gli uffici regionali
hanno quindi disposto l’applicazione del dettato nazionale
recependo i principi desunti dalla giurisprudenza maggioritaria
fondando il proprio operato anche su un’altra successiva
pronuncia del Consiglio di Stato.

Ma già al tempo la stampa specializzata rilevava – ha ricordato
l’assessore – come, pur nella correttezza del pronunciamento del
giudice, si era persa un’occasione visto che l’iniziativa
legislativa adotta dalla Regione FVG poteva assumersi quale buon
modello.
ARC/EPgg

Facebook