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Decreto Dignità delude le aspettative: INT spera in interventi del Parlamento

La semplificazione fiscale che ci si aspettava dal Decreto Dignità non ha dato i suoi frutti. A pensarlo è Riccardo Alemanno, Presidente dell’INT, che spera in un intervento del Parlamento.

L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del c.d. Decreto Dignità, non ha portato in modo completo gli sperati interventi in tema di semplificazione fiscale. In tale ambito infatti si registra solo qualche timido intervento sul redditometro che verrà rivisto e non abrogato. Tra questi quello sullo spesometro, semplicemente prorogato e non cancellato, sullo split payment eliminato solo per i professionisti e solo per le fatture con la P.A.. Troppo poco rispetto alle aspettative ed agli annunci secondo il parere del Presidente  dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) Riccardo Alemanno.

“Certo” – sottolinea il Presidente dell’INT – “comprendo come sia complesso intervenire su adempimenti che alla loro base hanno sempre un recupero di gettito, il problema delle coperture è reale, lo abbiamo visto anche con la proroga parziale della fattura elettronica. Bisogna però che i rappresentanti delle istituzioni parlino in modo chiaro, il fisco va cambiato, la burocrazia va sfoltita, ma occorrono tempo e risorse. Da parte nostra crediamo che qualche miglioramento al Decreto possa essere apportato in sede di dibattito parlamentare, come ad esempio essere più decisi sullo spesometro e magari decretare, come da noi richiesto già da mesi, che gli studi di settore per  il 2017 siano utilizzati solo a fini statistici, per poi essere abbandonati nel 2018 come già previsto con l’introduzione degli indici ISA. Per questo abbiamo dato la disponibilità alla collaborazione  e ad essere ascoltati in audizione presso le  Commissioni Finanze di Camera e Senato, collaborazione non mirata a salvaguardare l’interesse di categoria ma solo quello generale. Spero che il Parlamento sia ricettivo di questa nostra disponibilità, perché è determinante il confronto con coloro che per attività professionale operano sul campo e che non hanno altri obiettivi se non quello contribuire veramente alla semplificazione del sistema fiscale. La domanda alle Istituzioni pertanto è: si vuole continuare ad ascoltare i portatori di esigenze soggettive o si vuole veramente semplificare il sistema?”

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