Dal 26 aprile dovrebbero tornare le zone gialle, con un ”giallo rafforzato” e l’apertura di tutte le attività di ristorazione, sport e spettacolo nelle aree a basso contagio da Covid, ma solo all’aperto. Per le regioni, seguendo le linee guida, queste strutture possono insomma aprire anche nelle zone rosse. L’importante è rispettare i protocolli. Gli ingressi e le attività devono essere pianificati e regolamentati per evitare assembramenti. Può essere rilevata la temperatura corporea e impedito l’accesso oltre i 37,5 gradi. Spazi, spogliatoi e docce vanno organizzati in modo da garantire la distanza di 2 metri, che può diventare 1 quando non si svolge attività fisica. Gli attrezzi delle palestre devono essere disinfettati dopo ogni uso, così come gli spogliatoi. Nelle piscine, invece, la densità di affollamento nelle vasche viene calcolata con un indice di 7mq di superficie di acqua a persona. I metri erano 7, ora aumentati a 10. E col pubblico presente agli eventi come la mettiamo? Anche qui si lavora a tappeto. Il primo test di un certo peso sarà rappresentato dagli Internazionali di tennis al Foro Italico, col 9 maggio che è la data di inizio degli incontri del tabellone principale. Lo scorso anno in occasione di semifinali e finale dello storico torneo Atp italiano fu garantito l’ingresso a mille spettatori. Stavolta, il protocollo presentato dalla Fit punta a un sì per 4.000 persone a giornata, ma è molto difficile che si arrivi a tanto. Più probabile una conferma dei 1.000 dello scorso settembre. “Siamo disposti a qualsiasi cosa per far tornare il pubblico agli Internazionali – spiega il presidente della Federtennis Angelo Binaghi -. Vogliamo che tutto venga fatto senza la superficialità dello scorso anno che costrinse l’ex ministro Spadafora a una decisione in corsa che permise i mille spettatori per semifinali e finali”. Vedremo, comunque la presenza del pubblico sin dal primo giorno sembra, almeno in piccola percentuale, certa.