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Cosa sono e come funzionano le Olimpiadi dei videogiochi (degli eSports)

I videogiochi sono da decenni il passatempo preferito di milioni di giovani e non, tanto che molti di loro hanno iniziato da tempo a competere in alcuni titoli che richiedono abilità specifiche e notevoli capacità strategiche per arrivare al successo. Di conseguenza, l’idea di organizzare delle vere e proprie Olimpiadi dedicate ai videogame ha lentamente preso piede nel corso del terzo millennio, quando le connessioni ad internet si sono evolute al punto tale da permettere il gioco a distanza. Sotto questo punto di vista, un passo avanti non indifferente è stato fatto proprio di recente, quando il Comitato Olimpico Internazionale si è unito al Comitato Olimpico Nazionale dell’Arabia Saudita per ufficializzare i primi Giochi Olimpici di eSports, in programma nel 2025.

Il significato di “eSports”

Gli eSports sono tecnicamente degli sport elettronici. A rientrare in questa categoria sono prevalentemente i titoli multigiocatore, ma anche quelli in cui si opera da soli e prevedono degli elaborati sistemi di punteggio possono essere considerati competitivi. I generi più classici di eSports vengono individuati pertanto nei picchiaduro, negli sparatutto e nelle simulazioni sportive. Oggi esiste addirittura una dimensione professionistica rivolta ad alcuni videogiochi specifici come quelli sul calcio, tanto che i player più talentuosi vengono messi sotto contratto e chiamati a rappresentare le società di Serie A realmente esistenti. Arrivare a gareggiare in delle Olimpiadi era quindi da anni il sogno di tanti giocatori.

Il futuro degli eSports

I Giochi Olimpici Esports si svolgeranno almeno per 12 anni prima di essere eventualmente riconfermati. Il presidente del CIO Thomas Bach ha sottolineato che la loro introduzione era necessaria per stare al passo con la rivoluzione digitale. Le Olimpiadi dei videogiochi riescono comunque ad avvicinare i giovani all’attività agonistica. Rimangono tuttavia da decidere ancora una città ospitante con i calendari per le qualificazioni e le gare definitive. Il CIO dovrebbe creare un comparto dedicato esclusivamente proprio agli eSports, che rimarrà comunque separata dai Giochi Olimpici stessi sia per quanto riguarda il finanziamento sia per quel che concerne l’organizzazione. Insomma, oggi i videogame non sono soltanto intrattenimento, ma vengono visti anche come un elemento culturale da approfondire.
Chi sperava in un evento che si svolgesse parallelamente alle Olimpiadi del 2024 in Francia sarà rimasto deluso, anche perché per un paio di anni si era vociferato davvero di questa eventualità. Tuttavia, l’attenzione verso l’argomento è cresciuta in maniera esponenziale e ormai è solo questione di tempo prima che le competizioni videoludiche prendano il via. Anche se in Italia gli eSports faticano a decollare  nello Stivale circolano numerosi gamer promettenti che non vedono l’ora di misurarsi ad alti livelli al di fuori dei confini nazionali. Nel prossimo futuro le software house svilupperanno i videogiochi anche nell’ottica della sfera agonistica, così da alimentare ulteriormente il movimento.
Nel prossimo futuro le software house svilupperanno i videogiochi anche nell’ottica della sfera agonistica, così da alimentare ulteriormente il movimento.
Fino a qualche anno fa pensare di arrivare a parlare di gare ufficiali per i videogiochi era un’utopia. Le attrazioni virtuali non erano certo evolute come oggi e chi cercava un po’ di competizione nell’intrattenimento puro doveva “accontentarsi” di notizie sul mondo del casinò   e nello specifico dei tornei dedicati ai giochi di carte americani. Le possibilità della rete hanno cambiato rapidamente sia il modo di comunicare sia quello di svagarsi. Non c’è dubbio: a prescindere da qualsiasi evoluzione tecnologica, è il professionismo a rappresentare la vetta più alta mai toccata dal settore dei videogiochi.

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