Coronavirus- questa volta la vittima è il gran caffè di Firenze, costretto a chiudere per la crisi
La crisi da Coronavirus miete un’altra vittima eccellente in città e costringe ad abbassare le saraciniscehe a uno storico Caffè, fondato nel 1870: il Gran Caffè San Marco che, un secolo e mezzo fa, si affacciò per la prima volta sull’omonima piazza con il nome di Caffè Fanti.
Oggi quello che dopo Gilli è il più antico bar di Firenze, è costretto a chiudere e a mandare a casa 35 dipendenti. Lo scrive La Nazione.
Il 30 settembre, il titolare Gualserio Zamperini, che è anche console generale della Tunisia e nel recente passato ha subito due furti nel locale, abbasserà per sempre la saracinesca del suo locale al centro, solo due anni fa, di un restyling da 1 milione e mezzo.
“E’ una decisione sofferta ma mi stanno costringendo, dopo 36 anni di attività – ha dichiarato il titolare a La Nazione -, dopo anni di sacrifici e dopo aver speso tutta la mia vita lì dentro. Ma le uscite superano le entrate ed è difficile riuscire a onorare tutti i costi che abbiamo. Dai 10mila euro di incassi quotidiani siamo passati a mille, così non possiamo andare più avanti”.
Il Caffè, dalla fine del lockdown, si è ritrovato in una piazza vuota, senza residenti né turisti e né lavoratori, tutti a casa in smart working. Altro problema: la difficoltà nel raggiungere piazza San Marco.
“Bisogna dare alle persone la possibilità di arrivare da noi – aggiunge Zamperini a La Nazione – ecco perché abbiamo chiesto di aprire la Ztl e quindi la porta telematica di via Cavour. E’ stata resa accessibile solo una parte della città mentre noi ci ritroviamo ancora chiusi in gabbia. Non ci possono essere aree di seria A e aree di serie B. Agli imprenditori bisogna dare la possibilità di lavorare”.