Brexit attaccata dai Laburisti, ma il primo ministro vola nei sondaggi
L’inquilino di Downing Street Boris Johnson “ha mentito” per quanto riguarda l’accordo su Brexit concordato con l’Unione Europea : è l’attacco lanciato dal leader dell’opposizione Jeremy Corbyn, costretto a rincorrere nei sondaggi il premier del partito dei Tory, fermo al 42% dei consensi calcolati a 6 giorni dalla chiamata alle urne britanniche del 12 dicembre 2019. Facendo un discorso in un comizio nella capitale assieme al ministro ombra Keir Starmer, Corbyn ha rivelato un report discrezionale di ben 15 pagine trapelato dagli uffici governativi nel quale si ammette che il Brexit deal avr’ come conseguenza una serie di controlli doganali fra l’Irlanda del Nord ed il resto del territorio del Regno Unito: una peculiarita’ già emersa, ma comunque negata da BoJo. Il premier, dal canto suo, risponde agli attacchi e imputa a Corbyn di essere intenzionato a dividere il Paese con un ulteriore referendum sull’uscita dall’Unione. Il leader dell’opposizione “prima era indeciso, ora non è sicuro”, dice Johnson ironico, che lancia uno slogan da tempi bellici: “Non vogliamo una Gran Bretagna neutrale”. Poi assicura la certezza di “una Brexit fatta” entro e non oltre il 31 gennaio 2020.