Una personalità controversa che si è distinta per dichiarazioni omofobe, reazionarie ed euroscettiche. Sarà ora responsabile della programmazione dei lavori della camera.
In queste settimane critiche che ci separano dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, un euroscettico viene nominato Leader della camera dei Comuni e quindi incaricato di stilare la programmazione dei lavori della Camera Bassa. Si tratta di Jacob Rees-Mogg, un politico dal curriculum tanto eccellente quanto è eccentrica la sua personalità. Dopo aver studiato nelle migliori scuole, dall’Eton College a Oxford passando per il Trinity College, JRM ha iniziato la carriera politica con una serie di insuccessi, per poi essere eletto alla camera dei Comuni nel 2010, e riconfermato nel 2015 e 2017, ottenendo ogni volta una fetta maggiore di voti per il suo partito, i Conservatori, lo stesso del Primo Ministro Boris Johnson. Con una fortuna stimata tra i 55 e 150 milioni di sterline, Rees-Mogg è stato nominato da Johnson Leader della camera dei Comuni inglese, il suo primo incarico governativo.
Nella sua carriera parlamentare Rees-Mogg si è distinto per una proprietà di linguaggio invidiabile e un’eccezionale abilità nell’arte della parola, con un impeccabile accento inglese tipico della più comune caricatura di un gentleman britannico. A far discutere, però, non è tanto come JRM parli, ma quanto dica. Durante la premiership di David Cameron, l’attuale Leader of the House of Commons, conservatore come Cameron, ha fatto strenua opposizione alla gestione del suo Primo Ministro opponendosi soprattutto alle aperture in favore dei matrimoni omosessuali. Euroscettico convinto, Rees-Mogg ha sostenuto fin dall’inizio il collega di partito Boris Johnson nella sua corsa alla leadership del partito e, dunque, del Paese, dopo le dimissioni di Theresa May. Nel 2016 ha fatto campagna per il ‘leave’ e ha sempre sostenuto un’alleanza politica con l’UKIP, il Partito per l’Indipendenza del Regno Unito. Nello 2017, JRM si incontrava con il braccio destro di Trump Steve Bannon per discutere di come i movimenti dell’estrema destra potessero avere successo nel Regno Unito. Reazionario, conservatore, tradizionalista, nazionalista, omofobo, contro l’aborto e la contraccezione d’emergenza, euroscettico e per alcuni populista di estrema destra, non è un caso che proprio lui sia stato scelto per scandire i lavori della camera nelle settimane che precedono il D-day della Brexit, ancora in programma per il 31 ottobre.
Nel 2018 il giornalista Martin Fletcher lo definiva un “estremista educato”, eccentrico e ambizioso, che coltiva il desiderio di occupare il numero 10 di Downing street, tradizionale dimora del Primo Ministro inglese. Nel 2017 venne lanciata una petizione online che chiamava Rees-Mogg alla premiership (“Ready for Rees-Mogg”) che raggiunse 22mila firme e 7 mila sterline di donazioni. Se le cose fossero andate in modo leggermente diverso, forse oggi guiderebbe lui il paese al posto di Boris Johnson. Al di là delle posizioni di JRM, con cui si può essere d’accordo o meno, sono tanti gli episodi che sottolineano la sua particolarità all’interno del panorama politico britannico. L’ultimo in ordine cronologico risale all’inizio di settembre, quando durante un dibattito cruciale sulla Brexit Rees-Mogg si è accasciato supino sulle panche della Camera dei Comuni, ridendo a volte, socchiudendo gli occhi in altri momenti. Posa e atteggiamento che non hanno mancato di scatenare accese critiche e un vivo dibattito sui social. JRM ha sei figli ma ammette di non aver mai cambiato un pannolino, se ne occupa la sua “nanny”. Parla di se stesso in terza persona e dopo aver assunto l’incarico di Leader of the House of Commons, nel luglio di quest’anno, JRM ha redatto una guida stilistica per tutto il Paese su come scrivere e parlare in inglese.
Di A.C.