Si tratta di un funzionario della Direzione del personale, dell’organizzazione e del bilancio
Un milione e 400mila euro, in poco più di un anno e mezzo, sono finiti sui conti correnti di un manager del Ministero della Salute figuranti come rimborsi per delle missioni di lavoro, che in realtà non sono mai state fatte, e soldi destinati ai fornitori delle diverse direzioni del ministero. Vincenzo Zumbo, 55enne funzionario della Direzione del personale, dell’organizzazione e del bilancio, è stato accusato di peculato e autoriciclaggio dal Gip del tribunale di Roma. Disposta per l’uomo la custodia cautelare in carcere, al termine di un’indagine del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Carlo Villani, partita da una serie di approfondimenti antiriciclaggio relativi a transazioni finanziarie anomale.
Inoltre il giudice ha anche disposto il sequestro di conti correnti, beni mobili e immobili per un importo complessivo di 200mila euro. “Il ministero” – annuncia il ministro Giulia Grillo – “si costituirà parte civile se si dovesse arrivare a processo. Sono dispiaciuta per questa vicenda, la lotta alla corruzione è una battaglia che mi vede da sempre in prima fila”.
Il gioco di Zumbo era molto semplice: quando arrivavano le fatture di fornitori e società che avevano svolto dei servizi al ministero, lui le falsificava inserendo nei mandati di pagamento il proprio Iban al posto di quello reale. Successivamente seguiva tutto l’iter amministrativo della pratica, grazie alla fiducia che godeva tra i suoi colleghi. Inoltre Zumbo metteva come rimborso una serie di spese per delle missioni mai fatte. «Riuscivo ad eludere qualunque controllo… riuscivo a fotterli tutti senza colpo ferire, aumentavo il mio ego» avrebbe detto il manager nelle intercettazioni telefoniche. In meno di due anni il funzionario ha fatto sparire un milione e 395mila euro dalle casse del ministero.
Secondo il Gip, i soldi sottratti al ministero venivano reinvestiti in video-lottery, centri scommesse e sale slot. Zumbo arrivava a spendere anche duemila euro al giorno per il suo vizio. «Soldi chiamano i soldi – diceva in un’altra intercettazione -… se mi va di giocare mille euro me li gioco».