Ingresso libero per la mostra a Palazzo Reale con oltre 50 fotografie esposte.
Apre al pubblico a Palazzo Reale, nelle sale dell’appartamento dei Principi, la mostra “Roberto Cotroneo. Nel teatro dell’arte”. In programma da oggi fino al 29 marzo 2020, con ingresso libero, la mostra è promossa da Comune di Milano|Cultura, Palazzo Reale e organizzata da Civita Mostre e Musei, e curata da Denis Curti.
Le oltre 50 foto esposte sono il risultato di un lungo lavoro durato cinque anni, dal 2015 al 2019, dello scrittore e saggista Roberto Cotroneo, che da alcuni anni ha affiancato al suo lavoro di scrittura quello della fotografia, osservando e fotografando il pubblico dell’arte nei musei e nelle gallerie, concentrandosi sui suoi movimenti, le posture, le espressioni, la capacità di attraversare gli spazi e i luoghi.
Sono tanti e importanti i fotografi che hanno scattato immagini nei musei o nelle gallerie d’arte, ma Cotroneo utilizza un approccio assolutamente originale, ribaltando il rapporto tra opera d’arte e visitatore e sommando il tutto in un’intenzione fotografica.
Come nel teatro dell’arte, protagonista della scena è il pubblico, che interagendo con l’opera d’arte, in sostanza “fa”, crea il museo. Il palcoscenico della rappresentazione si sposta quindi dal piedistallo dell’opera allo spazio abitato dal pubblico, senza il quale il museo perde senso e significato. Una rivoluzione copernicana della concezione museale, che classicamente immagina gli spazi espositivi come luoghi perfetti, con un pubblico che guarda le opere.
Le fotografie di Cotroneo invece invitano il visitatore in una sorta di teatro in cui gli attori entrano sul palcoscenico dell’arte: il baricentro si sposta, e avremo un pubblico che osserva un pubblico.
“Queste fotografie di Roberto Cotroneo assomigliano a un lungo abbraccio e l’effetto, è quello di chi è riuscito a definire un contesto, lontano dalla documentazione e a favore delle emozioni. Penso che in questi scatti ci sia una notevole quantità umana. Ci sono armonia e poesia, silenzio e passione, talento e competenza. Roberto, da grande narratore di storie quale è, riesce a mettere in immagine la differenza tra il vedere e il guardare, tra il sentire e l’ascoltare, tra il nutrirsi e il gustare. Il suo, più che un reportage, sembra un esercizio militante dedicato alla resistenza della memoria”, afferma Denis Curti.