Nuove svolte sulla morte di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata senza vita la notte del 18 ottobre in un edificio abbandonato di San Lorenzo, a Roma. Dopo i nuovi risultati del test del DNA effettuato sul corpo della ragazza e con il ritrovamento di nuovi reperti, torna l’accusa di omicidio per Alinno Chima.
Trovate nuove tracce di DNA
Secondo Adnkronos, il DNA del 47enne nigeriano sarebbe stato trovato su un flacone di metadone e su una cannuccia, usata anche da Desirée per assumere crack. Il Tribunale del riesame aveva fatto cadere le accuse di omicidio per Alinno Chima lo scorso 13 novembre. Oltre alle tracce biologiche, anche le dichiarazioni di più testimoni avrebbero contribuito a far cambiare rotta agli inquirenti.
Gli altri indagati per l’omicidio
Altre due persone si trovano già in carcere con l’accusa di aver ucciso Desirée Mariottini. Sono il 27enne senegalese Mamadou “Paco” Gara, il cui DNA sarebbe stato trovato sul corpo, sotto le unghie e sui vestiti della ragazza, e il 33enne ghanese Yusif Salia, detenuto a Foggia. Ai tre si aggiunge un quarto uomo, il 43enne senegalese Brian Minthe, su cui rimane l’accusa diviolenza sessuale.
Il caso di Desirée Mariottini
Secondo gli investigatori, gli stupratori di Desirée avrebbero dato vari tipi di droghe alla minorenne, per stordirla e poterne abusare. Sia Alinno Chima che Brian Minthe sono accusati anche di spaccio, e sarebbero noti pusher del quartiere romano. A portare avanti le indagini dell’omicidio di San Lorenzo è la Squadra Mobile coordinata dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal PM Stefano Pizza.