Il Tribunale di Bari ha emesso una sentenza storica condannando cinque agenti della polizia penitenziaria per tortura su un detenuto nel carcere di Bari. La vittima, un uomo di 42 anni affetto da disturbi psichiatrici, è stata vittima di brutali abusi dopo aver appiccato fuoco a un materasso nella sua cella durante la notte del 27 aprile 2022.
Le Condanne
I cinque agenti condannati hanno ricevuto pene che variano dai 3 anni e 4 mesi ai 5 anni di reclusione. Tra di essi, spicca la pena più severa inflitta all’agente Giacomo Delia, condannato a cinque anni di reclusione. Altri sei imputati sono stati condannati a pene sospese che vanno dagli 80 euro di multa ai 13 mesi di reclusione per una serie di reati, tra cui falso in atto pubblico, rifiuto d’atti d’ufficio, abuso d’ufficio e omessa denuncia.
Le Accuse
Secondo l’accusa, sei agenti sono stati coinvolti nelle torture. Le violenze sarebbero iniziate durante il trasferimento dalla cella all’infermeria, con il personale che avrebbe agito con estrema violenza e crudeltà, colpendo l’uomo con calci e schiaffi su varie parti del corpo, incluso volto, torace e fianchi. Tra gli agenti coinvolti si trova anche il sovrintendente Domenico Coppi, già condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per tortura, rifiuto d’atti d’ufficio e falso.
Le Sentenze Accessorie
Nell’ambito delle sentenze, due infermieri sono stati condannati a pagare una multa di 80 euro per omessa denuncia, ma hanno ottenuto il beneficio della non menzione della condanna. L’agente Roberto Macchia è stato invece assolto dall’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio.
Conclusioni
La sentenza del Tribunale di Bari rappresenta un passo significativo verso la giustizia e il rispetto dei diritti umani nei confronti dei detenuti. Le condanne inflitte agli agenti responsabili delle torture mandano un chiaro messaggio sulle gravi conseguenze delle violazioni dei diritti umani e della brutalità nelle carceri.