La mostra fotografica “Garbatella – Il cuore di un quartiere in 100 battiti di luce“, ospitata al Museo delle Mura dal 16 dicembre al 18 febbraio 2024, è il risultato di un pluriennale progetto fotografico realizzato da Zhanna Stankovych, compositrice e pianista classica ucraina, scrittrice e fotografa per passione, che risiede a Roma da 25 anni. Il tema del progetto e quindi della mostra è la peculiarità del quartiere Garbatella: spirito popolare e calore umano persistono nel quartiere nonostante i mutamenti dei tempi e l’appartenenza, ormai, al centro storico della Capitale.
Garbatella ha compiuto da poco i suoi primi cent’anni, essendo nata nel primo decennio del ‘900 e popolata inizialmente da persone provenienti dal centro di Roma, quando questo fu sottoposto a importanti interventi urbanistici. Da questo nucleo di persone si è venuto sviluppando negli anni uno spirito di appartenenza e legame con il nuovo quartiere.
Attraverso le fotografie esposte in mostra, Zhanna Stankovych invita a riflettere sull’ascendente di un singolo percorso umano sulle vite di altre persone, quando l’amore per il posto dove si vive porta a creare qualcosa che non esisteva prima. Ne sono esempio le immagini di tre
persone apparentemente comuni, molto differenti, sconosciute l’una all’altra ma legate da un filo solido, che hanno cambiato in meglio il volto di un quartiere.
In esposizione quarantadue fotografie di vario formato e tre collage fotografici tematicamente suddivise in piu sezioni: una è
dedicata alle persone che hanno segnato la storia del quartiere; un’altra è fatta di scatti presi negli ultimi anni: negozietti, dettagli architettonici, oggetti, sculture, gesti umani.
L’inaugurazione della mostra ci sarà sabato 16 dicembre alle 17 mentre la chiusura, il 18 febbraio, coincide proprio con il giorno del compleanno
della Garbatella.
La mostra, promossa da Roma Capitale, assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zetema Progetto Cultura, è curata dalla stessa autrice, insieme a Enrico Graziani.