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L’intitolazione oggi pomeriggio con il sindaco Nardella, le assessore Giuliani e Funaro

L’intitolazione oggi pomeriggio con il sindaco Nardella, le assessore Giuliani e Funaro

Da oggi Firenze ha una strada intitolata a don Corso Guicciardini, ex presidente dell’Opera Madonnina del Grappa, di cui è stato a lungo guida. Nel pomeriggio la cerimonia con la quale gli è stato dedicato un tratto di via di Caciolle, quello prossimo alla Misericordia di Ponte di Mezzo. Tra i presenti il sindaco Dario Nardella, l’assessora alla cultura della memoria e alla toponomastica Maria Federica Giuliani, l’assessora al welfare Sara Funaro, il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, il presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli.

“Oggi ricordiamo con grandissimo affetto e profondo senso di gratitudine il cuore grande di Don Corso. Un cuore talmente grande che riusciva a contenere tutti – ha dichiarato il sindaco Nardella –. Sono rimasto molto colpito dalla sua immensa generosità, dal suo sguardo sempre sereno, sorridente, pieno di gioia e pieno di amore. Fino all’ultimo non ha mai smesso di dedicarsi alla Madonnina del Grappa, di cui in qualche modo siamo tutti figli. C’è chi lo è davvero e chi lo è simbolicamente. La grande partecipazione a questa cerimonia testimonia il segno che Don Corso ha lasciato nella nostra comunità e nella nostra città, un segno che non sbiadirà mai, così come questa targa che per sempre legherà la nostra città a Don Corso”.

Nel corso della cerimonia il sindaco Nardella ha ricordato le sette vittime dell’alluvione che ha colpito molti comuni della Città Metropolitani e della Provincia di Prato, dedicando loro un momento di raccoglimento, e ringraziato chi sta lavorando in questa emergenza e i volontari che si sono mobilitati per aiutare le famiglie in difficoltà.

“La Madonnina del Grappa è un pezzo importante della storia di Firenze, una delle esperienze più significative della nostra città – ha sottolineato l’assessora Giuliani – ma una storia che guarda al futuro, svolgendo un ruolo fondamentale nell’accoglienza delle persone che hanno bisogno di aiuto. Don Corso occupa, e occuperà, un posto particolare nel cuore di tutte le fiorentine e i fiorentini”.

“Don Corso è stata una persona per cui le parole non bastano mai – ha aggiunto l’assessore Funaro –. La Madonnina del Grappa è sempre stata ed è un punto di riferimento importantissimo nel quartiere e nella città grazie alle persone che l’hanno fatta nascere e crescere, Don Giulio Facibeni e Don Corso Guicciardini che ne ha raccolto il testimone con una forza e un amore straordinari. Tra i momenti più belli che ricordo quando, durante una qualunque cerimonia istituzionale all’interno della Madonnina del Grappa, arrivavano i “suoi” ragazzi e Don Corso non aveva occhi che per loro, occhi che, anche in età avanzata, erano fieri, giovani, pieni di energia e di speranza. Don Corso non era un uomo di tante parole, ma quando parlava le sue parole erano piene di significato, di contenuto, di risposte, di spiritualità. Inoltre, penso che questa strada intitolata a Don Corso abbia un significato straordinario perché in quest’angolo sono presenti racchiude tutto quello in cui lui ha sempre creduto: qui ci sono proprietà della comunità ebraica, dell’Opera della Madonnina del Grappa, della Misericordia e della parrocchia. Tutti i punti di riferimento del quartiere che dialogano sotto il nome e nella scia dell’opera di Don Corso”.

Don Corso Guiccardini era nato il 12 giugno 1924. La sua vita ha avuto tratti comuni con quelli di un altro grande prete fiorentino, don Lorenzo Milani, di lui più grande di un anno. Entrambi provenienti da ambienti benestanti, l’uno dalla borghesia, l’altro dall’aristocrazia, furono conquistati dal Vangelo, dal servizio ai poveri e dalla figura di don Giulio Facibeni, fondatore della Madonnina del Grappa. Don Corso abbracciò letteralmente la vita di Facibeni, divenendone il successore alla guida della Madonnina del Grappa nel 1958.

Parroco per sedici anni di San Giovanni Evangelista, a Empoli, è tornato nuovamente a Firenze nel 2006 per guidare ancora l’Opera, di cui è stato presidente fino ad anni recenti. Ha svolto anche attività pastorale nel penitenziario di Sollicciano insieme al cappellano don Vincenzo Russo e con don Roberto Falorsi. (mf-fn)

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