28 luglio 2022
Comunicato n° 1617
(AVN) Venezia 28 luglio 2022
L’assessore all’Ambiente ha presentato in Commissione consiliare il rapporto sulla qualità delle acque sotterranee in Veneto, eseguita sulla base dei monitoraggi di ARPAV.
“Dalle valutazioni ambientali che la Regione del Veneto ha effettuato – dettaglia l’assessore – al termine del ciclo di pianificazione 2015–2020 del Piano di Gestione delle Acque del Distretto delle Alpi Orientali emerge che nel territorio veneto, sul totale dei corpi idrici sotterranei, il 76% è classificato in stato “buono” facendo registrare un generale miglioramento della qualità degli stessi rispetto al sessennio precedente durante il quale il raggiungimento degli standard previsti dalla Direttiva Quadro in materia di Acque aveva interessato il 61% dei corpi idrici totali”.
Si è passati dunque da venti a venticinque corpi idrici con lo stato buono sui trentatré totali, di cui vi sono dieci corpi idrici che nella precedente valutazione erano in stato “scarso” e che nella classificazione oggi proposta, anche per effetto delle misure contenute nei piani regionali di settore, hanno migliorato il loro livello di qualità raggiungendo lo stato “buono”.
“Un dato decisamente importante – evidenzia l’assessore -, soprattutto tenuto conto che oggi i parametri di valutazione sono ben superiori al passato e quindi il miglioramento del numero dei corpi idrici che sono passati allo stato di buono è davvero significativo”.
“Ovviamente non siamo completamente soddisfatti – precisa l’assessore – in quanto il nostro obiettivo è di migliorare ulteriormente e far sì che anche gli otto corpi idrici che nella classificazione attuale non hanno conseguito la valutazione “buona” possano assumerla in futuro, superando la problematica contingente, collegata ad alcuni superamenti delle concentrazioni limite legati in un caso alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) e in altri di alcuni fitofarmaci”.
Alcuni corpi idrici localizzati nei territori dell’alta e media pianura delle Province di Vicenza e Treviso non hanno infatti conseguito la valutazione “buona”, in un caso a causa dei superamenti registrati per alcuni composti PFAS, in forza dei nuovi valori soglia e nei restanti quattro casi per la presenza di fitofarmaci, alcuni dei quali (come il metolachlor ESA e il dimetomorph) di recente introduzione nei monitoraggi di ARPAV.
“Abbiamo elaborato un documento molto dettagliato – conclude l’assessore -, che contiene anche le attività previste per continuare a perseguire il raggiungimento del buono stato chimico di tutti i corpi idrici sotterranei del Veneto, anche in considerazione degli effetti ambientali dovuti ai cambiamenti climatici che sono, mai come prima in questo prolungato e grave periodo di siccità, sotto gli occhi di tutti”.