Buone notizie per il futuro dell’Abbazia di Novalesa: a completamento di un percorso di affiancamento avviato nel settembre 2021, si sono fuse in un’unica comunità monastica la Koinonia de La Visitation di Rhemes-Notre-Dame (Aosta) e quella dell’Abbazia dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa. Nei giorni scorsi l’Abate Presidente della Congregazione Sublacense Cassinese dell’Ordine di San Benedetto ha decretato la fusione delle due comunità nell’Abbazia di Novalesa. I monaci della comunità benedettina hanno eletto alla carica di Priore conventuale fratel Michael Davide Semeraro. I monaci della Koinonia garantiranno la loro presenza a Rhemes-Notre-Dame fino ai primi di settembre, dopo di che si trasferiranno a Novalesa, dove la comunità monastica a partire dal 1973 ha riportato alla funzione e al clima spirituale originario il complesso fondato nel 726e di proprietà dellaCittà Metropolitana di Torino.
UN CONCERTO PER CELEBRARE LA FUSIONE TRA LE DUE COMUNITÀ MONASTICHE
Anche per celebrare la fusione tra le due comunità monastiche, che consolida la presenza attiva dell’Abbazia di Novalesa sul territorio, per domenica 26 giugno la Città Metropolitana di Torinoha voluto organizzare una tappa dei circuiti musicali Organalia e Regie Armonie proprio nella chiesa abbaziale dei Santi Pietro e Andrea a Novalesa alle 16. Nel corso del concerto intitolato “Echi del XVII secolo” l’organista Lorenzo Ghielmi eseguirà di Girolamo Frescobaldi la “Toccata con il contrabbasso over Pedale”, la “Canzon dopo l’Epistola” e le “Due Gagliarde”, di Bernardo Pasquini le “Variazioni per il paggio tedesco”, la “Toccata con lo scherzo del cucco” e i “Passacagli per lo scozzese”, di Bernardo Storace il “Ballo della Battaglia”, di Domenico Zipoli la “Canzona in sol” e “All’Elevazione”, di Zipoli e Arcangelo Corelli la Sonata in Re minore, una Passacaglia di Georg Friedrich Händel, una Sonata di autore anonimo e la Sonata in Fa maggiore di Giuseppe Gonelli. Per ulteriori approfondimenti sul concerto si può consultare il portale Internet www.organalia.eu, scrivere a info@organalia.org oppure chiamare in orario d’ufficio il numero telefonico 011-2075580.
LE VISITE GUIDATE ALL’ABBAZIA DI NOVALESA
Novalesa è il luogo ideale per ritemprare corpo e spirito, per dedicare un po’ di tempo alla meditazione e alla riflessione, alternando momenti di relax a momenti turistici e culturali. Il tutto è reso possibile dalla cortese accoglienza dei monaci Benedettini, i quali perseguono tuttora nella loro vita quotidiana il motto “Ora et labora”. La chiesa e le cappelle di San Salvatore e Sant’Eldrado si possono ammirare durante le visite turistiche su prenotazione. Le visite turistiche devono essere prenotate almeno tre giorni prima e si tengono nel periodo estivo dal 15 giugno al 15 settembre il sabato alle 10,30, alle 11,30 e alle 15,30, la domenica alle 11,30 e alle 15,30, dal lunedì al venerdì alle 10,30 e alle 15,30. Chi volesse dare un libero contributo alle spese di animazione spirituale e culturale
dell’Abbazia può farlo attraverso il “bussolotto” delle offerte oppure consegnandolo al fratello dell’accoglienza, oppure seguendo le istruzioni pubblicate nel sito Internet dell’Abbazia alla paginawww.abbazianovalesa.org/wp/sostieni-labbazia/
Scrivendo a visite@abbazianovalesa.org è possibile iscriversi per partecipare alle visite contemplative dell’Abbazia, che si tengono il primo sabato del mese al mattino e la terza domenica del mese nel pomeriggio. Quanti ne avranno fatto richiesta potranno trattenersi nel parco dell’abbazia e nelle cappelle in silenzio, per immergersi nella bellezza della natura e nella quiete spirituale del monastero.
VISITE AL MUSEO ARCHEOLOGICO DELL’ABBAZIA
All’Abbazia di Novalesa si può visitare il Museo archeologico e della vita monastica, dal 1° luglio al 15 settembre tutti i giorni, tranne il giovedì, dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 17. Domenica 25 settembreè in programma la Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa, con la possibilità di visitare il Museodalle 10 alle 12.30 e dalle 14,30 alle 18.
1296 ANNI DI STORIA
La storia dell’Abbazia sintetizzata in un filmato a cura della Direzione Comunicazione della Città Metropolitana è online all’indirizzo
www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=nBIG6t2LPWg&feature=youtu.be
Posta al centro della Valle Cenischia, l’Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale, ai piedi del Monte Rocciamelone. Fu fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, che ne volle fare un presidio e controllo del valico del Moncenisio, affidandola ai monaci benedettini. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea, l’Abbazia figurava tra le più importanti d’Europa nell’XI secolo, quando furono realizzati gli affreschi della cappella di Sant’Eldrado, che ancora oggi stupiscono e affascinano per la luminosità e la conservazione cromatica. Nella chiesa, costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana, sono ancora visibili degli affreschi risalenti a più di mille anni fa, come la “Lapidazione di Santo Stefano”. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nei pressi del monastero, quattro cappelle sono dedicate a Santa Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele, a Sant’Eldrado e San Nicola. Negli anni successivi alla fondazione l’abbazia ottenne dai sovrani franchi Pipino il Breve e Carlo Magno numerosi privilegi, tra cui quello della libera elezione dell’abate e del pieno possesso dei beni di fronte ad ogni autorità laica ed ecclesiastica. In quel tempo il monastero estendeva i suoi domini anche nel Basso Piemonte, fino all’entroterra ligure di Ponente. Distrutto dai Saraceni nel 906, il monastero fu ricostruito nella prima metà dell’XI secolo su iniziativa di Gezone, abate di Breme. Con i villaggi della Val Cenischia (Ferrera, Venaus e Novalesa) l’abbazia costituì per alcuni secoli una circoscrizione ecclesiastica autonoma. Nel 1646 ai benedettini si sostituirono i Cistercensi, che rimasero a Novalesa fino al 1798, quando furono espulsi dal Governo provvisorio piemontese. Il monastero fu successivamente affidato ai monaci trappisti. Fu requisito dallo Stato nel 1855, quando fu approvata la Legge sui Conventi. La storia più recente è quella dell’acquisto da parte dell’allora Provincia e del recupero di un patrimonio di arte, storia, cultura e spiritualità.