06 giugno 2022
Comunicato n° 1271
(AVN) Venezia, 6 giugno 2022
“Sostenibilità e legalità, queste sono le parole d’ordine per tutelare e promuovere i nostri gioielli – 350 prodotti tipici, oltre 55 denominazioni dei vini con 11 milioni di ettolitri – in modo che si possa conquistare il consumatore finale e quindi aumentare il potenziale dei produttori. Come? Abbiamo una società che della certificazione ha fatto il suo business, Valoritalia. Penso che insieme potremmo fare un percorso insieme per allargare il raggio d’azione delle certificazioni. Penso, fra tutte, alle aziende del lattiero-caseario”.
Con queste parole il presidente della Regione Veneto è intervenuto all’assemblea di Valoritalia a Cison di Valmarino (Tv). La società è leader in Italia, autorizzata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, per la verifica e la certificazione dei vini a Denominazione d’Origine, Indicazione Geografica e dei vini con indicazioni del vitigno e dell’annata. Valoritalia – che conta circa 1.250 collaboratori esterni, 231 dipendenti (107 uomini con un’età media di 42 anni e 124 donne con un’età media di 39 anni) – certifica il 59% della produzione nazionale delle Denominazioni d’origine, di cui 47 DOCG, 37 IGT, 134 DOC, per un totale di 218 e per un valore di mercato superiore a 9 miliardi e 400 milioni di euro. Nel 2021 ha messo il suo timbro a 2.072.314.768 bottiglie, ha gestito 1.288.139.040 contrassegni di stato e ha certificato 19.776.574 ettolitri di produzione dell’annata 2020.
“Da quando è nata, nel 2008, Valoritalia ha posto una pietra miliare su quello che è la qualità del Made in Italy grazie a due grandi riferimenti, Federdoc e Csqa, da una parte i consorzi di tutela e dall’altra ormai un player internazionale nato da una intuizione tutta veneta. La certificazione oltre la certificazione: questa è la nuova sfida, anche comunicativa, per rispondere – ha concluso il Governatore Veneto – alle esigenze ambientali e di sostenibilità, seguendo la strada che ci ha indicato il consumatore che da 30 anni fa crescere a doppia cifra le produzioni bio. Chi fa Prosecco, un miliardo di bottiglie l’anno, ha già intrapreso un percorso in tempi non sospetti di adottare restrizioni nel campo dei fitofarmaci. La scelta di produrre e rispettare l’ambiente è infatti tipico dell’identità veneta”.