Il sistema svizzero educativo è molto diverso da quello italiano. L’accompagnamento dei bambini con difficoltà e disabilità si basa su filosofie diverse: in Svizzera sono presenti le scuole speciali, come quella in cui lavorano gli insegnanti “spécialisé” , gli educatori, la logopedista, il psicomotricista e lo psicologo, che erano presenti. In questi ultimi anni sono state fatte alcune riforme che avvicinano il sistema svizzero a quello italiano, verso una scuola unica per tutti/e ed inclusiva. Questo cambiamento di paradigma implica una riflessione e un posizionamento nuovo da parte dei professionisti del settore. Da qui la richiesta di uno scambio professionale su questi temi.
All’incontro hanno partecipato: per la Città metropolitana la dirigente della direzione “Istruzione e sviluppo sociale”, Monica Tarchi; la referente per il diritto allo studio, Luisa Pennisi; per l’Università degli studi di Torino la professoresssa Milly Seira; la dirigente dell’ Istituto comprensivo Giorgio Frassati e la referente del sostegno dell’ Istituto comprensivo Leonardo Da Vinci.
“La scuola che non esclude nessuno” ha spiegato la Consigliera delegata metropolitana “è una realtà consolidata in Italia da molti decenni. Ma questo non vuol dire che non si debba continuamente adeguare la capacità e le modalità di formazione, pensare sempre a come migliorare: i bisogni e le difficoltà degli studenti evolvono e cambiano radicalmente nel tempo, proponendo nuove sfide e richiedendo nuovi approcci”.
Alessandra Vindrola